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domenica, Novembre 9, 2025

Le me figlie non entrano a scuola. Ragioni di una mamma come tante

Idee e opinioniLe me figlie non entrano a scuola. Ragioni di una mamma come tante

scuolaOre 8 e 30 di un giorno normale. Il sindaco Battista ha riaperto le scuole di Campobasso dopo alcuni giorni di chiusura causa “nevemoto”. Ormai tra vacanze di Natale e cause di forza maggiore, se andiamo a sommare, è quasi un mese che la routine non dipana la sua scia regolare e rassicurante. Driiiiiin! La campanella suona cristallina.
Le mura giallo limone dell’entrata della scuola di via D’Amato si aprono come un abbraccio trepidante di chi attende i suoi amici. Ma niente. L’abbraccio sfiorisce. I bimbi che entrano questa mattina 22 Gennaio sono veramente pochi! Questo silenzio che fa fluttuare i disegni alle pareti comincia a fare rumore.
Questa scuola fa paura. Il giallo dell’entrata risulta quasi ossessivo. Sono una mamma di una bambina che frequenta questo edificio. ma avrei paura anche se mia figlia ne frequentasse molti altri. Penso alle scale antincendio della scuola di via Roma, ai balconi di via Crispi, alla fatiscenza e all’incuria dell’asilo di via San Lorenzo. Dentro di me improvvisamente si apre un cratere. La scena di polvere e macerie che ogni Molisano ha nel suo cuore. Sento i richiami di bimbi, sotto cumuli di detriti, che si moltiplicano e si moltiplicano nell’eco della risonanza mediatica che fece del Molise l’ombelico del mondo… Mi rendo conto che definire “Angeli” quei bambini di San Giuliano morti nel 2002 sotto le mura della loro scuola, non ha sanato questa enorme ferita. Nulla ci può e ci deve consolare. Sfido qualunque persona di questa regione a non trovare nel proprio profondo, un granello di quella maledetta polvere. Non penso di esagerare, o di fare allarmismo, ma non serve essere dei tecnici per accorgersi che le scuole, per usare una metafora del Sindaco, “invecchiano”, e io aggiungo invecchiano molto male! Questa forma di protesta ognuno la vive con delle motivazioni specifiche. Io sono consapevole della grande confusione e dello stato d’animo che amplifica le preoccupazioni ed ingigantisce l’ansia delle attese. Per questo motivo dei “sentito dire” francamente non mi interessa. In questo momento non so di preciso se la scuola di mia figlia abbia dei problemi strutturali o meno. Nè penso di non far entrare le mie due bambine, nei rispettivi istituti, per preservarle da un’ eventuale scossa. Se la terra trema, trema anche sotto casa mia! Il punto è che, vista la sensibilità del nostro sindaco rispetto a questa problematica, viste le vicende che hanno coinvolto il plesso di via Crispi, mi sento in questo momento di chiedere, con questa protesta, una maggiore attenzione. Una reale e costruttiva attenzione. Mi sento anche di dissentire dalle verifiche post terremoto. E’ bene che ci siano state, ma perché effettuare i controlli solo dopo una scossa? Tra l’altro c’erano dei calcinacci che pendevano sulle teste dei nostri figli anche prima di questo evento sismico! Io vorrei che la formula “sicurezza nelle scuole” non sia solo l’ennesimo concetto astratto su cui attivare l’industria dei voti, o l’ennesima problematica oggetto di innumerevoli e fantomatici “progetti” che rimangono sospesi nel vuoto dell’indistinto e servono a far arricchire il furbacchione di turno. E’ un problema di sostanza non di forma. Nessuno, amministratore o genitore, dovrebbe sentirsi con la coscienza pulita ed in ordine, per il solo fatto che sono state fatte delle verifiche o delle migliorie negli anni precedenti. Io chiedo impegno! Non solo oggi ma sempre. So che chiedere dei documenti sarebbe come perdersi in corridoi di kafkiana memoria e il fatto di percorrere un arcano labirinto burocratico probabilmente conferirà esso stesso correttezza formale a qualsiasi atto amministrativo. Ma questo per me non può e non deve essere motivo di immobilità assieme a qualsiasi formula fatalistica. Penso solo che, per dirla con Hannah Arendt, “il male sia banale” ed è facile rimanerne invischiati. Il male ti risucchia come una voragine può risucchiare una foglia secca. Le regolarità formali, le mosse di facciata, l’indifferenza, l’immobilità potrebbero banalmente diventare causa di male per i nostri figli. Le mie bimbe non entrano.

Paola Di Toro

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