I dati Istat sulla disoccupazione, abbiamo visto, delineano un quadro non certo roseo nella nostra regione, con un tasso del 14,7%, superiore alla media nazionale e inferiore a quella del mezzogiorno.
Un quadro con larghe zone di ombra, in cui il segno più si affianca allo “zero virgola”. Andando sul sito dell’istituto statistico c’è un altro dato che balza agli occhi, ed è quello riferito alla popolazione residente in Molise nel lasso di tempo che va dal primo gennaio 2002 al primo gennaio 2015. Nella nostra regione si registrano, in questo periodo, 7000 residenti in meno. Cioè si è passati da 320.467 abitanti ai 313.348. Il picco massimo del crollo demografico, come si evince dal grafico, nel periodo della crisi, in particolare 2011-2012, da cui ancora fatichiamo a uscire. In provincia di Campobasso si è passati da 230mila abitanti a 226mila, in quella di Isernia da 89mila a 86mila.
In sostanza, viste le dimensioni del Molise, è come se tre comuni di media grandezza fossero scomparsi. E c’è da considerare l’alta percentuale di anziani, 196 ogni 100 giovani, età media 45,3 anni, che la popolazione in età lavorativa è molto anziana e il fatto che sono sempre di più i giovani a fare le valige e lasciare la regione.
Aumenta, invece, il numero degli stranieri residenti, sempre al primo gennaio 2015, che sono 10mila 800 circa. Una crescita costante negli ultimi anni. La comunità più numerosa è quella rumena, con 4200 residenti, seguono marocchini, albanesi, polacchi, ucraini, indiani e cinesi.
Ora si attendono i dati Istat aggiornati al primo gennaio di quest’anno. Ma per i miracoli, il Molise, non pare ancora attrezzato.


