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lunedì, Novembre 10, 2025

La tutela della salute passa anche per corrette politiche alimentari

AperturaLa tutela della salute passa anche per corrette politiche alimentari

dieta-mediterraneadi MINO DENTIZZI

Se vogliamo parlare di come e cosa bisogna fare per mantenere in salute le persone, certo non si può parlare solo di sanità (ospedali, farmaci, esami diagnostici, medici, infermieri, ecc..).
La sanità da sola, infatti, non può promuovere la salute e il benessere di una comunità.

I settori chiamati in causa sono in primis quelli che hanno potere decisionale sulle politiche alimentari, deputate alla tutela del diritto ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica.

Non dimentichiamo poi:

le politiche ambientali, che studiano i cambiamenti climatici e il loro impatto sulla qualità dell’aria e dell’acqua, cui è anche affidata la gestione del verde pubblico, dei parchi e dei giardini,

le politiche educative e del lavoro, di sviluppo economico, dei trasporti,

quelle abitative e quelle adottate sulla sicurezza.

Le responsabilità, le competenze e gli strumenti di chi decide a questi livelli, e quelle dei diversi attori sociali della stessa comunità, sono contributi fondamentali per pianificare e adottare politiche intersettoriali e salutari (le uniche che realmente tagliano i costi della sanità).

Facciamo un esempio concreto: il Molise è la regione italiana con più obesi.

La Carta di Milano, il manifesto di Expo 2015, include un invito all’azione per riconoscere e trattare l’obesità. La Easo Milan Declaration, questo il nome del documento, invita direttamente i governi e i sistemi sanitari, tra le altre cose, a riconoscere che sovrappeso e obesità rappresentano le principali cause di malattie che affliggono dal punto di vista sociale ed economico gli Stati europei; che l’obesità, oltre a essere in alcuni casi disabilitante e fatale di per sé, rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili.

E poi vi è l’impatto economico dell’obesità: i costi sociali, infatti, ammontano nel Molise ogni anno a circa 12 milioni di euro, di cui 6 a carico del Servizio Sanitario Regionale. Le malattie obesità-correlate determinano un notevole aggravio della spesa sanitaria, sia per la spesa farmaceutica che determinano, sia per le l’uso di risorse connesse alla diagnostica ed a ricoveri ospedalieri. Il 64% di questi costi sono rappresentati dalle spese di ospedalizzazione, il 12% dalla diagnostica, il 7% dalla spesa farmaceutica, il 6% dalla assistenza ambulatoriale e l’11% da una miscellanea di voci di spesa che comprendono: riabilitazione, terapie fisiche e servizi di supporto sanitari.

A questi vanno aggiunti i costi indiretti quantificabili a 30 milioni di euro annui e rappresentanti da decessi, riduzione della produttività lavorativa, assenza dal lavoro, sussidi pensionistici e disoccupazione. Se promuoviamo una seria campagna di lotta contro l’obesità possiamo quindi risparmiare nella nostra regione fino a 42 milioni.

Ma per fare questo bisogna avere lo sguardo lungimirante ed investire per adottare e promuovere un approccio multidisciplinare (che coinvolga oltre l’Asl, le scuole, i massmedia, le industrie alimentari, le associazioni di produttori, le società sportive, l’Università, gli assessorati ai trasporti e alla viabilità, ecc..) che identifichi e migliori le soluzioni pratiche per bloccare l’obesità, dando precedenza all’educazione scientifica e alle campagne d’informazione pubblica.

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