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giovedì, Aprile 25, 2024

Natale di seconda mano. Campobasso, drammatico appello dei frati Cappuccini: occorre cibo per i poveri

AperturaNatale di seconda mano. Campobasso, drammatico appello dei frati Cappuccini: occorre cibo per i poveri

poveridi PASQUALE DI BELLO

Puntuale torna il Natale e puntuale la disperazione di chi non ha nulla si raddoppia. A lanciare un drammatico appello per la raccolta di cibo a favore dei poveri sono i frati cappuccini del Convento del Sacro Cuore di Campobasso. Occorrono beni di prima necessità e a lunga conservazione.

E’ un appello drammatico e a lanciarlo sono i frati cappuccini del Convento del Sacro Cuore a Campobasso. Pane per i poveri, è tutto quello che chiedono e si racchiude in queste sole tre parole. Pane per i poveri. Anche questo Natale, come gli altri che lo hanno preceduto e tanti altri che lo seguiranno, sarà per molti un Natale di seconda mano. Chi è povero sarà più povero, chi solo più solo, chi povero e solo più disperato. Eccezion fatta per la sfera religiosa, il Natale andrebbe abolito, almeno nella versione che siamo abituati a vedere. Un Natale opulento dove impera la liturgia del consumo e dello spreco, una vera e propria staffilata sul viso di chi non ha nulla e, talvolta, anche meno di nulla. Basta varcare la soglia di una qualsiasi chiesa per rendersene conto. File di mani tese che chiedono qualcosa. Talvolta la ricevono, altrettante gli uomini e le donne che tendono quelle mani vengono allontanati come appestati. A prevalere è la logica della diffidenza, quella che porta a vedere dietro ogni povero un malfattore, dietro ogni mano tesa uno scansa fatica, dietro ogni lingua diversa dalla nostra un imbroglio, dietro ogni colore di pelle diverso dal nostro una minaccia. Che vi siano malfattori, scansafatiche, imbroglioni e violenti è un dato di fatto ma non può essere questa la ragione per negare pane e assistenza a favore di quella massa sterminata di sofferenza che incontriamo ad ogni angolo di strada. Per questo l’appello dei cappuccini, lanciato da Fra Luigi, parroco e guardiano del Convento del Sacro Cuore, va raccolto. Occorrono beni di prima necessità: pasta, zucchero, latte, legumi, pomodori e tutto quello che può essere inscatolato e conservato. Servono anche pannolini per i bambini e coperte. Ciascuno potrà dare in ragione e misura delle proprie sostanza. Anche un solo pacco di pasta può fare la differenza. Accanto al Convento ci sono gli uffici e gli orari della Caritas parrocchiale. E’ lì che è possibile far pervenire il proprio contributo, il posto dove offrire qualcosa che si ha a chi non ha nulla. I frati sono sempre a disposizione. Nessuno abbia timore di suonare al Convento o , se nessuno sentirà, di buttare giù la porta. Loro la ricostruiranno, felici di farlo. Lassù hanno “parenti” che si chiamano Francesco, Chiara, Antonio, Pio … figuriamoci se si spaventano per una porta sfasciata. Quello che li terrorizza, che dovrebbe terrorizzarci tutti, che terrorizza anche Francesco e Chiara, Antonio e Pio, non è lo sfascio di una porta ma lo sfascio del cuore umano, quello dove non c’è più spazio per un gesto di solidarietà, di misericordia, di amore.  E’ Natale, facciamo che lo sia un po’ di meno per noi che abbiamo e un po’ di più per chi non ha nulla.

 

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