Roma, tavolo tecnico della sanità. Nonostante proclami, comunicati e commenti trionfalistici, la realtà è ben diversa da quella che si vorrebbe dipingere. Interpretazioni a parte, le notizie sono due. La prima è quella che il Molise è stato ancora rimandato e non promosso, come si vorrebbe far credere. La seconda è che l’emendamento salvaprecari ritirato l’altra sera, è stato ripresentato, ma in maniera diversa. Ovvero i precari potranno essere riassunti, ma a patti e condizioni e dopo aver accertato i risparmi provenienti dai tagli ai rimborsi per le spese legali e assicurative del comparto sanità a livello nazionale. Ricapitolando nulla è come sembra, anzi è tutto peggio di quello che sembra. Certo che i commenti di Frattura alle sue missioni romane, meriterebbero una raccolta. Un saggio sulle possibilità e sulle metodiche di distrazione di massa. Basta vedere che all’inizio delle sue dichiarazioni Frattura sembra reduce dalla conquista di una vittoria, poi andando avanti ammette, ma non lo vorrebbe proprio fare, che bisognerà tornare di nuovo a Roma, giustificazioni alla mano. Il tavolo tecnico ha chiesto a Frattura di rivedere tutti conti, anche quelli relativi agli anni precedenti e pure quelli relativi alle convenzioni con i privati. La sostanza è una sola, ancora una volta la singolare gestione commissariale della sanità molisana, affidata ad un architetto, Frattura, e un’infermiera specializzata, la D’Innocenzo, ha mostrato vistose pecche di pressapochismo, insufficienza organizzativa e manageriale. La via crucis e i viaggi sull’itinerario Molise-Tavolo tecnico continueranno ad andare avanti, chissà fino a quando e chissà con quale risultato.