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giovedì, Maggio 2, 2024

Il ministro del Lavoro Poletti ad Agnone sprona i giovani: ecco i fondi per crearvi un lavoro

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convegno poletti agnoneLa prima tappa alla zona artigianale di Agnone. Dopo la visita a una caseificio, dove ha avuto modo di apprezzare anche una serie di prodotti tipici locali, insieme al sindaco Carosella il ministro del Lavoro Poletti ha reso omaggio al monumento che ricorda i caduti sul lavoro. Subito dopo ha incontrato una delegazione dei sindacati, dai quali ha ricevuto un documento-appello sulla possibile chiusura della corte d’appello di Campobasso e sulla crisi occupazionale che sta devastando il Molise. Prima della tappa finale, Poletti ha visitato la fonderia di campane e una ramiera. Quindi l’incontro al teatro italo-argentino, per parlare delle opportunità offerte dal riconoscimento dell’area di crisi. Sul possibile allargamento ha glissato: a suo avviso i confini vanno stabiliti a livello locale, ma ciò che realmente conta sono le idee progettuali. Durante l’incontro anche il vescovo di Trivento, monsignor Scotti, ha consegnato un documento al ministro, stavolta sulla situazione delle aree interne, sempre più devastate dal taglio di servizi essenziali, in primis la sanità. Poletti non si è sbilanciato, parlando in generale della necessità di razionalizzare le spese. Ma questa è stata l’occasione anche per un confronto con i giovani imprenditori e con le opportunità offerte dalle riforme varate dal Governo. Per favorire l’occupazione giovanile, Poletti ha sottolineato l’avvio, a gennaio, di ‘Garanzia giovani’. “Si tratta – ha spiegato – di un finanziamento da 5 a 50 mila euro, senza garanzie e senza interessi, da restituire in sette anni. Cosi’ i giovani possono provare a mettere in piedi una loro azienda. Nel contempo dobbiamo semplificare la burocrazia e cambiare la cultura sull’impresa privata, che non deve essere piu’ guardata con diffidenza. Dobbiamo volergli bene”. Poi un accenno al Jobs act: «Prima – ha detto – avevamo un contratto teoricamente buono, che non applicava nessuno. Su 100 contratti 85 erano precari. Con il Jobs act le cose stanno cambiando, perché abbiamo contratti stabili e non è vero che si aumenta la precarietà. Basta guardare i numeri. I contratti a tempo determinato durano piu’ a lungo e più gente lavora in maniera piu stabile”. Infine un passaggio sulla crisi: «La ripresa dell’economia è nell’ordine delle cose. L’Italia ha grandi potenzialità”.

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