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sabato, Aprile 20, 2024

Il Molise del piccolo dittatore. Totaro: “Frattura? Un accentratore che ha scordato la parola democrazia”

AperturaIl Molise del piccolo dittatore. Totaro: “Frattura? Un accentratore che ha scordato la parola democrazia”

di PASQUALE DI BELLO

Scontro al calor bianco tra il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Francesco Totaro, e il presidente della Regione Molise, Paolo Frattura. Il tema è solo all’apparenza quello della Sanità, in realtà la questione è ben più grave. In gioco c’è la condivisione delle scelte e il rispetto delle regole democratiche, fattori messi in discussione dall’opera di accentramento portata avanti da Frattura.

In ambasce tra i marosi della Sanità, il presidente della Regione Molise, Paolo Frattura ha concesso (bontà sua) un’intervista ad un giornale rivierasco. All’indomani del confronto avuto col Tavolo tecnico romano, Frattura si è dichiarato “ottimista”, come ci fanno sapere dallo stesso quotidiano costiero. Al sottile quesito dell’ignoto giornalista  (a quanto pare, in riva al mare le interviste non si firmano) Frattura fornisce una risposta inequivocabile. Domanda: “Si sente ottimista?”, risposta: “Sì”. Dite la verità, cari lettori, chi di voi dopo una risposta così definitiva e rassicurante non ha smesso di pensare ai guai che da Termoli a Venafro – passando per Larino, Campobasso, Isernia e Agnone – affliggono la Sanità molisana ed è corso finalmente sul campo da golf o in barca a rilassarsi. Il Molise, a sentire certi presidenti e a leggere certi commentatori, deve essere una vera e propria isola felice. E’ sempre dal lungomare, e dalla medesima intervista, che arriva una notizia che tutti da tempo aspettavamo: “Frattura è contento”. E in effetti, dalle indiscrezioni di cui disponiamo, la cosa potrebbe essere vera. Pare che per la gioia e l’allegrezza, conclusosi il tavolo tecnico, Frattura abbia cominciato una danza all’interno degli austeri palazzi romani e, come in certi balli tirolesi, abbia inscenato figure acrobatiche con battute di mani sulle cosce e sulle suole delle scarpe. E così, danzando e battendo, pare sia tornato in Molise ad esternare ottimismo e contentezza in riva al mare.

L’unico momento in cui il presidente/commissario è riuscito a fermarsi dal ballo sfrenato, è stato quello in cui si è dedicato a Francesco Totaro, consigliere regionale del suo stesso partito, il PD, che ha avuto l’impudicizia di infastidire il conducator del Molise con una interrogazione intesa ad avere chiarimenti sulla sorte del servizio di rianimazione all’ospedale “Vietri” di Larino. Piccato come una belloccia arrivata seconda al concorso per Miss Italia, ha sfoderato i denti per un sorriso e poi c’ha fatto scendere del veleno. L’intervistatore (o l’intervistatrice, non sappiamo), gli rammenta l’interrogazione di Totaro “per chiedere, di fatto, di riaprire il Vietri” e lui, rabbuiatosi, sorride, azzanna e risponde: “Vorrei che Francesco Totaro lavorasse un po’ di più con noi a costruire il futuro di questa regione, mi farebbe piacere non leggere le interrogazioni di Francesco ma godere del suo ricco contributo nella costruzione del nuovo sistema sanitario regionale”. Totaro, sia detto per inciso, non ha chiesto la riapertura, di fatto, del Vietri, ma la revoca di un provvedimento della Direzione sanitaria dell’Asrem che dal primo dicembre sospende il servizio di rianimazione H24, circoscrivendolo all’orario 8 – 20. L’interrogazione del consigliere regionale, tuttavia, al di là del tema specifico evidenzia un dato allarmante, un deficit di democrazia e di condivisione delle decisioni. “E’ dall’inizio della legislatura – dice Totaro al Giornale del Molise – che apprendiamo dalla stampa le decisioni del presidente”. Poi aggiunge: “Ho provato in molti modi ad attivare un percorso di condivisione delle decisioni, attraverso un confronto con i partiti e i movimenti della coalizione che hanno portato alla elezione di Frattura, ma senza ottenere alcun risultato concreto. Davanti a questo deficit di democrazia, alle parole ho fatto seguire i fatti e adesso ho preso l’abitudine di scrivere, di mettere tutto nero su bianco”. “Frattura parla di un contributo a costruire il futuro della Regione e non sarò certo io a tirarmi indietro, a patto e condizione che il presidente abbandoni la strada dell’accentramento. Ad esempio, il tema del giorno è quello della Sanità, ma nessuno sa cosa Frattura abbia rappresentato ieri al tavolo tecnico e nessuno conosce, aggiungo, cosa ci sia scritto nei piani operativi”. “Frattura ha abbandonato quel cammino di condivisione che ha portato alla sua elezione ed è bene che lo recuperi. Quanto a me, ribadisco la disponibilità ad un lavoro comune”.

Sin qui Totaro. Restano sul fondo l’immagine di un Consiglio regionale di calabraghe disposto a tenersi un uomo solo al comando pur di continuare a tenersi incollata la seggiola ai quarti posteriori. Forse sarà per questo che “Frattura è contento”. Ma questo dalla costa, tra la spuma e i cavalloni, non ce lo hanno fatto ancora sapere.

 

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