di GIOVANNI DI TOTA
31 ottobre 2002. Una data spartiacque per la storia della nostra regione. Il giorno di una ferita profondissima che, a distanza di 13 anni da quella mattina, non si è mai rimarginata.
Pochi secondi e una scuola ristrutturata in modo sbagliato hanno cancellato da San Giuliano di Puglia tutti i bambini nati nel 1996. Per loro quelli erano i primi giorni passati a scuola. E nella prima elementare della Jovine hanno trascorso le ultime ore della loro brevissima vita.
Giocavano la mattina del 31 ottobre. Una giornata di sole autunnale, che all’improvviso divenne un incubo per 27 famiglie. Un tormento che si è trascinato per questi tredici anni. Perché oltre al lutto terribile di aver perso i propri figli sotto le macerie della scuola, il 31 ottobre ha significato mortificazioni, per le indagini sulle responsabilità accertate solo dopo una durissima battaglia giudiziaria. Le lotte intestine, che si sono consumate nella piccola comunità di San Giuliano. La sofferenza di non avere più una casa. I disagi del villaggio provvisorio. E in queste ultime settimane la vicenda per alcuni versi paradossale del risarcimento danni che mette in discussione la sopravvivenza stessa del comune di San Giuliano, costituitosi parte civile nel processo, ma condannato in solido a pagare i danni alle famiglie.
Una devastazione non solo delle cose, delle case, della scuola. Ma la vita di centinaia di persone mandate all’aria. E oltre a San Giuliano, di certo il paese che ha pagato il prezzo più alto al terremoto del 31 ottobre, occorre far i conti con la ricostruzione che non è ancora completata e i problemi ancora irrisolti in molte zone del cratere.
31 ottobre 2002 non può diventare un anniversario qualunque. E’ il day after della regione Molise, davanti al quale tutti devono fermarsi e riflettere in silenzio, prima di pronunciare le solite retoriche parole di circostanza