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venerdì, Aprile 19, 2024

Consiglio regionale, quando l’abito non fa il monaco. Ma la casacca … sì…

AttualitàConsiglio regionale, quando l'abito non fa il monaco. Ma la casacca ... sì...

ZAMORA, SPAIN - MARCH 29:  Penitents walk the streets during the Holy Week procession of the Cofradia Jesus Yacente on March 29, 2013 in Zamora, Spain. Easter week is traditionally celebrated with processions in most Spanish towns.  (Photo by Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)

di GIOVANNI DI TOTA

Un mondo variegato e pieno di colori, quello che varca di solito il martedì il cancello di palazzo Moffa, via IV novembre, sede del consiglio regionale. Colori diversi, di casacca, indossata per lo più in campagna elettorale.

Ma nella maggior parte dei casi rimessa subito nell’armadio, a elezione avvenuta, per indossare il completo di grisaglia e correre a far parte della ristretta cerchia degli unti dal Signore. E’ una sorta di passaggio obbligato, che colpisce più o meno tutti, prima o poi. E più o meno tutti prima o poi diventano casta.

Ma quante volte lo hanno detto a destra, sinistra e a centro che le indennità di carica, appena eletti in consiglio, se le sarebbero tagliate. Addirittura dimezzate. Dato atto ai due di cinque stelle che hanno osservato l’impegno, gli altri diciannove in fila si sono cominciati a voltare dall’altra parte, con l’aria di ‘chi io?’. No ma quando mai? E le indennità sono addirittura aumentate.

Dopo due anni di terga tenute ben poggiate sul caldo delle poltrone, alcuni diventano anche disposti al più classico dei salti della quaglia. Si chiama così, ormai, la scelta di cambiare partito (e le sigle e le liste due anni dopo quasi non se le ricorda più nessuno) se non saltare il fosso e passare dall’opposizione alla maggioranza.

Sufficiente una poltrona più spaziosa e una scrivania più larga. I castigamatti dell’inizio legislatura diventano all’improvviso più moderati dei  frati francescani; quelli duri e puri di sinistra, che magari hanno anche l’esperienza della lotta di fabbrica, si sono imborghesiti e parlano come i broker di piazza affari, avendo dimenticato gli slogan contro i politici urlati davanti ai cancelli di Fiat e Sam di Bojano. Adesso i politici sono loro: hanno la segretaria, il portaborse, l’autista e l’Ipad. E se ci scappa la presidenza di una commissione, al diavolo il partito, i voti degli elettori, la coerenza e l’etica politica. Roba vecchia, ferraglia da rottamare. E poi, mica vero che l’abito non fa il Monaco. A chi non ci crede visitina durante le sedute del consiglio. E’ gratis e anche molto istruttivo. Per il voto che verrà.

 

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