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martedì, Maggio 7, 2024

Viabilità interna. Si affronta il tema della condizione di abbandono delle strade

EvidenzaViabilità interna. Si affronta il tema della condizione di abbandono delle strade

viabilitàdi SILVIA VALENTE

«Non vogliamo diventare comuni fantasma e senza servizi: la viabilità è un elemento fondamentale su cui puntare per evitarlo». Sono queste le parole di Francesco D’Angelo – consigliere comunale di Roccavivara – parole dirette che riportano alla luce il problema della circolazione sulla strade molisane. Frane, buche e dossi rappresentano, ormai, la quotidianità per tanti automobilisti costretti a percorrere ogni giorno chilometri di asfalto rattoppato, nella migliore delle ipotesi.
Un problema diffuso di cui abbiamo parlato più volte e che torniamo ad affrontare dopo l’ultima segnalazione del consiliare comunale che, a bordo della sua auto, ha percorso alcune strade particolarmente dissestate. Parliamo di Roccavivara e dei vicini comuni di Castelmauro, Montefalcone e Lucito. «Tratti disseminati – a detta del consigliere – da segnaletica provvisoria, buche rattoppate con pezze di catrame e numerosi avvallamenti. Le strade del Molise continuano a essere un problema sottovalutato – ha aggiunto D’Angelo – pochi chilometri, ma tanti disagi ancora più intollerabili con l’inverno alle porte». Una situazione difficile che, oltre a dilatare i tempi di percorrenza, rappresenta un serio rischio per l’incolumità delle persone che ogni giorno si mettono in macchina per andare a scuola o a lavoro. A ciò si aggiungono le tante opere incompiute, lavori iniziati e mai portati a termine, «caduti nel dimenticatoio» come ha detto lo stesso D’Angelo riportando degli esempi concreti. «Si va dal piccolo tratto di contrada Pedecagne sprofondato a valle, alla Strada Provinciale Roccavivara-Trivento, franata addosso a una famiglia – ha raccontato il consigliere – oltre alla provinciale 92, meglio conosciuta come strada del bosco di Civita. Sembra un mix tra una montagna russa e una casa della paura di un dismesso parco di divertimenti – ha concluso D’Angelo».
Insomma un problema vero che va oltre il semplice disagio e che non rappresenta certo una novità per questa regione i cui abitanti sembrano essersi rassegnati ad una viabilità precaria, ad un sistema di comunicazione pressoché inesistente e a non vedersi garantiti servizi basilari come ad esempio una rete di trasporti pubblici funzionale e funzionante. Il Frecciarossa, forse, non fermerà mai a Termoli ma, senza andare troppo lontano, sarebbe un bel passo in avanti riuscire a spostarsi all’interno del perimetro regionale senza rischiare di sprofondare lungo il tragitto.

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