Un fiume inarrestabile di visitatori, contati nell’ordine dei milioni. Nelle ultime settimane l’Expo di Milano è diventata l’esposizione universale delle file. In ogni angolo dell’area fieristica chilometriche ed estenuanti.
La grande affluenza degli ultimi giorni potrebbe trarre in inganno, sul piano numerico i visitatori sono stati al di sotto delle previsioni. Ma l’Expo, comunque, ha ottenuto un grande successo di critica.
Il Molise, balbettante e contraddittorio nella settimana di luglio nella quale è stato protagonista in piazza Italia – di quei giorni resta la macchia indelebile della cena di gala con pietanze tutte di fuori regione – ha avuto il suo momento di massima visibilità nella sfilata delle ‘ndocce di Agnone.
Il giorno del fuoco, l’evento si intitolava così, ha dato alla tradizione più conosciuta della città delle campane un riscontro più che positivo.
Per il resto, la tecnologia, i colossi delle multinazionali, il bombardamento quotidiano di informazioni, hanno gioco forza tenuto il Molise nascosto in un angolo. Nel padiglione Italia, ha giocato un ruolo da protagonista Carmelina Colantuono, che in una immagine virtuale racconta la sua esperienza di imprenditrice del formaggio e della bellezza dei luoghi della transumanza.
Per il resto l’immagine molisana rimane quella affidata a pasta e olio, dei due nostri marchi da esportazione, che trovano posto nel padiglione del Cibus.
Dei produttori di vino, nello spazio a loro riservato. Numeri e indicatori saranno difficili da calcolare, mancando un punto tutto molisano, come invece hanno avuto altre regioni italiane. A una settimana dalla chiusura, le domanda alla quale bisognerà trovare risposta è: l’impegno per dare un’immagine giusta della nostra regione è stato sufficiente? Quando calerà il sipario che segno avrà lasciato il Molise sull’Esposizione universale 2015, a Milano
