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martedì, Aprile 23, 2024

San Giuliano di Puglia: a 13 anni dal terremoto stabiliti i primi risarcimenti

AttualitàSan Giuliano di Puglia: a 13 anni dal terremoto stabiliti i primi risarcimenti

scuola_san_giuliano_2002_d0Mancano poco più di 10 giorni all’anniversario del terremoto di San Giuliano di Puglia. Sono passati 13 anni da quel maledetto giovedì, quando il tetto della scuola Jovine, da poco ristrutturata e dotata di una sopraelevazione, si sbriciola travolgendo alunni e maestre. Sotto le macerie restano sepolti i corpi di 27 bambini e della loro maestra. Una tragedia immane che sconvolge il mondo intero che subito avvia un’imponente raccolta fondi, ma che distrugge soprattutto la piccola comunità del cratere, con un’intera generazione cancellata. A 13 anni da quel drammatico 31 ottobre arrivano anche i primi risarcimenti alle famiglie. Il giudice Previati del tribunale di Campobasso nella sentenza del processo civile intentato da 13 famiglie ha riconosciuto un indennizzo di 320mila euro per ciascun genitore più la metà per ogni fratello delle vittime. A doverli pagare saranno i cinque imputati già condannati in sede di processo penale e cioè il responsabile ufficio tecnico del Comune Mario Marinaro, il progettista e direttore dei lavori Giuseppe La Serra, il sindaco di allora Antonio Borrelli che nel crollo ha perso una figlia e gli imprenditori Giovanni Martino e Carmine Abiuso, oltre che il Comune di San Giuliano di Puglia, che è stato citato in giudizio insieme al Ministero dell’Istruzione, il quale però non è stato ritenuto responsabile. Le famiglie assistite dagli avvocati Nicola De Pascale, Sante Foresta, Graziano De Giovanni e Marco Mancuso avevano chiesto un milione di euro per ogni vittima. I legali ora valuteranno il possibile ricorso sull’esclusione del Ministero dalla sentenza di risarcimento. Già la Cassazione aveva deciso una provvisionale di 100mila euro. Ora si aggiunge anche la sentenza civile con un nuovo risarcimento che però difficilmente i condannati potranno pagare. E’ per questo è probabile che le famiglie chiederanno l’intera somma, circa 10 milioni di euro, direttamente al Comune. Un debito prima di tutto morale che il Comune evidentemente potrà onorare solo con l’intervento dello Stato. Intanto si aprono le porte anche ai possibili ricorsi.

 

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