«Il Molise non si tocca, questo va detto a chiare lettere”.
Il senatore Roberto Ruta è intervenuto su un tema di strettissima attualità, sui cui è aperto il dibattito politico. Parliamo delle Macroregioni. Una posizione espressa nel corso della conferenza stampa organizzata, in realtà, per parlare d’altro, dell’abolizione dell’Irap e dell’Imu agricola.
Il parlamentare del Pd ha dunque chiarito quella che è la sua idea che evidentemente non coincide con quella espressa da alcuni esponenti del suo partito. Una idea che in sostanza smembrerebbe il Molise. «Il problema non è il numero delle Regioni – ha detto – ma il loro funzionamento. Io credo che una ipotesi potrebbe essere quella di lasciarne invariato il numero, impostando un regionalismo nuovo in cui le regioni svolgono l’attività legislativa e di programmazione e lasciando ai Comuni, la gestione. Solo così potremo venirne fuori, conservando le singole identità del Paese”, ha concluso Ruta che poi è passato a
ùl tema della conferenza stampa.
A distanza di otto mesi dalla sua presa di posizione, quando si dimise da capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura, perché deciso a portare in Aula l’emendamento, nonostante il no del partito, il senatore Roberto Ruta ha preso la sua rivincita, perché nella legge di Stabilità, il Governo ha abolito l’Irap e l’Imu agricola, accogliendo, anche se con molti mesi di ritardo, la sua proposta. Rappresenta un segnale forte per soprattutto i giovani, le nuove generazioni, che si può e si deve investire in agricoltura – ha commentato Ruta – Lo Stato ha finalmente deciso di investire sul settore con una serie di provvedimenti ed una manovra, solo per l’agricoltura, da 800 milioni di euro», ha sottolineato Ruta che ha anche ricordato come abbia vinto un’altra sua battaglia, quella dell’Italia Paese libero da Ogm.
«Il ministro Martina ha notificato alla Commissione europea il diniego a tutte le autorizzazioni presentate, in Italia, sulle coltivazioni geneticamente modificate», ha ricordato il senatore che, pur esprimendo apprezzamento sulla legge di stabilità, nella parte riservata al mondo agricolo, altrettanto non ha fatto per il resto del provvedimento.
«Ma su questo – ha concluso – dirò presto la mia. Ma il giudizio non è certo positivo».




