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giovedì, Aprile 25, 2024

Inchieste e appalti, chi parla perde la poltrona

AperturaInchieste e appalti, chi parla perde la poltrona

consiglio-formazionedi Enzo Di Gaetano

Procure al lavoro, da un versante all’altro del Molise, su due inchieste che hanno attirato l’attenzione dei media nazionali sulla nostra regione. Entrambe le indagini, molto delicate, vedono nel mirino delle procure di Isernia e Larino i rapporti tra la Regione e diversi imprenditori già oggetto delle attenzioni della magistratura. Una situazione da allarme rosso per l’istituzione regione.
All’attenzione della cronaca nazionale la scottante indagine della procura di Larino su fatturazioni e scatole societarie dell’imprenditore multisettoriale Gianluigi Torzi, amico e socio del governatore Frattura, e l’inchiesta della procura di Isernia su una fitta rete di amministratori, dirigenti e tecnici comunali, responsabili di aver messo in piedi un sistema perverso per la distribuzione degli appalti sempre alle stesse ditte e con i minimi ribassi.
Le due inchieste, che viaggiano di pari passo, dimostrano entrambe lo stesso crudele sillogismo: il Molise è una mela infetta, forse ancora non marcia del tutto, ma è evidente che moralità, trasparenza e correttezza istituzionali sembrano essere solo delle chimere.
Solo qualche giorno fa è stato fissato l’ordine dei lavori del consiglio regionale per un totale di quattro sedute. Nessuno tra i capigruppo ha ritenuto necessario invitare il presidente Frattura a relazionare sullo stato della trasparenza della macchina amministrativa regionale.
Eppure di segnali ne arrivano a ripetizione, tanti, troppi. Ma tutti, nessuno escluso, fanno finta di non vedere, non parlare e non sentire. le classiche tre scimmie.
Nel giro di tre-quattro anni, due dirigenti della regione sono stati arrestati, un altro ha confessato di aver usato per sè dei fondi, che poi ha restituito per attenuare le conseguenze penali del suo operato, oggi ci sono altri funzionari sotto tiro per assenteismo e mancanza di controlli.
ma l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Eppure tutti stanno zitti e Frattura meno di tutti ha interesse a scoperchiare la pentola, viste le sue imbarazzanti partecipazioni societarie e amicizie imprenditoriali.
Tutti zitti, sì perchè se si parla troppo, c’è pericolo che magari qualcuno si debba dimettere e allora ciao a gettoni, poltrone, stipendi e vitalizi. Per questo e solo per questo, si fa finta di non vedere, sperando che la tempesta passi e maturi il vitalizio e l’indennità di fine rapporto.
Realtà amara, ma incontrovertibile e magari i grillini che ieri si sono vantati di aver scoperchiato l’ultimo affare strano della regione, quello degli appalti dei fondi difesa suolo, potrebbero anche fare un pensierino a dire qualcosa di imbarazzante sulla situazione personale del governatore. Insomma come Di Battista e Di Maio non fanno sconti a Renzi, perchè Federico e Manzo, che ne avrebbero tutta l’autorevolezza, non sprecano qualche parolina su Frattura?
Di carne a cuocere ce n’è a dismisura, dalle due torri, alla casa al mare, dalle biomasse alla sanità. Un esempio per tutti: dopo aver garantito al comitato Santissimo Rosario di mantenere in vita l’ospedale, Frattura ha firmato il ricorso al Consiglio di stato. Cosa aggiungere di più, ma anche la destra farebbe bene a rompere un silenzio da oltretomba, che i bene informati collegano al prossimo rimpasto di giunta e di commissioni. Insomma tutti zitti, perchè chi parla perde la poltrona.

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