È presto per dire se anche le aree interne potranno davvero contare su una “Buona scuola”, oppure se quello del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini è stato solo un proclama. Di certo c’è la buona volontà del governo a dare risposte ai cittadini che vivono nei paesi più piccoli, ma che messi insieme fanno maggioranza: rappresentano infatti il 53% dei comuni italiani. Il rilancio potrebbe partire proprio dal Molise o, meglio, da Carovilli, dove il ministro ha illustrato le linee guida di programma che mira a ridurre l’impoverimento e lo spopolamento ripartendo proprio dalla scuola, da sempre punto di riferimento delle comunità. Si punta in particolare a incentivare al permanenza dei docenti attraverso collaborazioni con le realtà economiche, si parla di apertura pomeridiana garantita e di rafforzamento delle attività di laboratorio ed extracurriculari, prestando particolare attenzione alle innovazioni tecnologiche. Nel documento si danno speranze alle realtà scolastiche di dimensioni ridotte, anche se gli accorpamenti saranno inevitabili. Per quanto riguarda gli edifici esistenti si punta a renderli più attrattivi con interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. Agli istituti scolastici sarà data ampia autonomia: la parola d’ordine sarà “flessibilità”, si potranno cioè sviluppare progetti per potenziare alcune competenze didattiche, possibilimente ispirate dalle vocazioni del territorio,oppure che favoriscano l’alternanza scuola-lavoro. Molta importanza sarà data allo studio delle lingue straniere, sin dalle primarie. Per fare tutto questo ai docenti sarà chiesto di schierarsi in prima linea nella programmazione e nell’aggiornamento delle proprie competenze. Dovranno cioè formarsi per far sì che la scuola sia sempre meno burocratizzata e sempre più aperta verso le reali esigenze degli studenti e del territorio.
Carovilli. Le linee guida del ministro Giannini per una “buona scuola” nelle aree interne
