di Enzo Di Gaetano
Nei giorni in cui tutti si dovrebbero indignare per il licenziamento del capitano Ultimo, anche la chiesa si divide sull’interpretaziona da dare al funerale del cosiddetto re di Roma, Vittorio Casamonica, al vertice del potente clan romano che controlla estorsioni e usura nella capitale. Da una parte l’arcivescovo di Campobasso, Bregantini, che, intervistato da Repubblica parla di “Un fatto gravissimo, che tuttavia può aiutare la Chiesa a fare un passo in avanti. Fino a comprendere che il male è vicino a noi, e a volte può arrivare fin sotto l’altare. La Chiesa di Roma ha l’occasione di comprendere che il suo territorio non è privilegiato, non è migliore di altri. La mafia, la ‘ndrangheta, la camorra sono realtà presenti in tutta l’Italia. E rendersene conto è la prima cosa da fare”, dice Bregantini. Ma sul sito web della basilica di Cinecittà, il cardinal Ruini precisa un aspetto importante della questione: “Ho assolto io Vittorio Casamonica. E’ venuto da me a confessarsi. Ora è un’anima candida. A dispetto del funerale faraonico per il boss, i parenti di Casamonica hanno dato alla parrocchia un’offerta di soli 50 euro. Tanto per rispondere a certe insinuazioni sui soldi. L’offerta è stata 50 euro, cinquanta… non cinquemila”. La chiesa non si è venduta ha solo fatto il suo dovere officiando un funerale. Le responsabilità, in pratica, sono di altri, di quelli che hanno permesso il volo dell’elicottero, l’affissione dei manifesti sulla facciata della chiesa e, addirittura, la scorta dei vigili urbani al carro funebre. E veniamo ai collegamenti con il Molise e con il clan dei cosiddetti Sinti venafrani presenti in gran numero alle esequie. Qui bisogna sottolineare i legami tra i Casamonica e la comunità Rom molisana. I Casamonica arrivarono in Molise dall’Abruzzo, passando per Agnone e si stabilizzarono a Venafro, dove Vittorio nacque e visse fino a 19 anni. Poi, con i suoi più stretti parenti, emigrò a Roma, ma a Venafro e a Isernia sono presenti altri parenti e una nipote del potente capoclan. Infine, solo qualche anno fa un giovane della famiglia Casamonica si innamorò di una Sinti venafrana appartenente al clan degli Spada e venne in Molise su un tir, con a bordo un’orchestra che suonò melodie e canti d’amore sotto il balcone della giovane venafrana. Insomma tanti legami e tutti all’insegna della tradizione Sinti o Rom che vuole innamoramenti e funerali sfarzosi, con tanto di musica, per simboleggiare come una festa il passaggio all’altro mondo. Infine un commento, ma è possibile che tutta l’Italia si interroghi e si divida sul funerale del capo di un clan di Sinti, negli stessi giorni in cui il fatto di cronaca più clamoroso è un altro, la rimozione del capitano Ultimo, il comandante del nucleo investigativo dei carabinieri che arrestò Totò Riina e che, negli ultimi tempi aveva indagato sullo scandalo Concordia, quello delle intercettazioni che parlano del premier Renzi e dell’ex presidente Napolitano? Per tanti il capitano non doveva osare tanto e perciò è stato licenziato. Ma non se ne parla, tutti a scappare dietro al funerale dei Rom, classico esempio di ‘distrazione di massa’ argomento su cui il circolo magico di Matteo Renzi è espertissimo e collaudato.