di GIOVANNI DI TOTA
Mentre infuria la bagarre sulla sospensione del servizio di chemioterapia alla Cattolica, spunta a sorpresa un decreto del Commissario ad acta Frattura che ripristina l’erogazione. Tra le voci scese in campo, anche quella di monsignor Bregantini.
Il nostro grido di dolore è stato ascoltato. Quelli davvero contenti per la decisione di riconoscere la chemioterapia tra le prestazioni di assistenza specialistica in ambulatorio a carico del servizio sanitario nazionale sono i pazienti.
La loro voce è arrivata attraverso le associazioni di volontariato, Iris e Armida Barelli “Amici della Cattolica”, che hanno ribadito che chi poteva e doveva agire lo ha fatto: “non sappiamo – hanno scritto nella loro lettera aperta – se abbiamo solo contribuito ad accelerare un percorso già avviato oppure se la decisione è stata presa in seguito alla nostra denuncia. Non ci importa – hanno aggiunto – a noi interessa solo che i malati possano tornare a curarsi alla Cattolica, che offre prestazioni di altissima qualità”.
Il decreto numero 51, firmato dal commissario ad acta, porta la data del 7 agosto, e mette nero su bianco il disciplinare che regola l’erogazione, per iniezione o infusione in regime ambulatoriale, di sostanze chemioterapiche per tumore. Un elenco di farmaci a elevato costo, alcuni nell’ordine delle migliaia di euro, la cui tariffa viene del tutto rimborsata.
Ma al di là dei tecnicismi, il Commissario ad acta Paolo Frattura ha spiegato che qualche confusione si è creata per la mancata conoscenza del suo ultimo atto deliberativo. Quello del quale si stanno occupando, oltre che i giornalisti, i vertici della Fondazione Giovanni Paolo secondo, i medici, le associazioni di volontariato, i pazienti e perfino l’arcivescovo di Campobasso che ha specificato: “non tanto da notizie affrettate ma da constatazioni ben calibrate e purtroppo fondate è stato necessario alzare la voce”.
Nessuno di loro sapeva di un decreto firmato il 7 agosto e notificato alla Fondazione Giovanni Paolo II solo nella serata di ieri. Tre giorni dopo. Tanto che questa mattina i volontari hanno trovato disponibile il servizio di chemioterapia.
Cosa fatta capo ha, anche se i volontari di Iris e Armida Barelli, puntando al bersaglio, chiedono nella loro lettera aperta ciò che Bregantini ha già messo in luce da tempo: “Chiediamo – ha ribadito l’arcivescovo richiamando alla memoria la manifestazione popolare a difesa della Cattolica del 2011 – che il rispetto del territorio sia il primo criterio nell’assegnare risorse. Notiamo con amarezza – ha aggiunto – che la più penalizzata è proprio la Cattolica che garantisce un servizio cardochirurgico e chemioterapico di altissima qualità”.
Un tema fatto proprio dalle associazioni: ci auguriamo – dicono – che la notizia circolata in questi giorni di una forte riduzione dei posti letto non sia fondata e che la Cattolica possa continuare a essere un fiore all’occhiello del Molise. Tagli ci saranno, ha ammesso Frattura, ma questo non interessa né l’area oncologica, né quella cardiochirurgia. E la scure resta al momento sospesa.