Interrogato al termine di una giornata disperata (visto il tema affrontato, quello del lavoro), l’assessore regionale Michele Petraroia ha dato l’annuncio di una soluzione miracolosa ai drammi in corso: l’invio di un telegramma del Prefetto al presidente del Consiglio affinché acceleri l’iter per il riconoscimento dell’Area di crisi. Non passa giorno, dall’Expo alle crisi industriali, che l’assessore al Lavoro non trovi un modo per coprire di ridicolo se stesso, i lavoratori disperati e l’intera Regione Molise.
Interrogato dalla collega Anna Maria Di Matteo, l’assessore regionale al Lavoro, Michele Petraroia, ha così sintetizzato l’esito della riunione tenuta in Prefettura sulle numerose crisi industriali che ogni giorno uccidono il Molise (Gam e Zuccherificio su tutte). “Abbiamo concluso in maniera unanime circa l’invio di un telegramma a nome del Prefetto al Presidente del Consiglio affinché venga accelerato l’iter di approvazione dell’Area di crisi”. Ha poi aggiunto: “Si è anche stabilita la creazione di un tavolo permanete di concertazione presso la Prefettura”. Questo, in sintesi, il pensiero di un assessore che tutto il mondo ci invidia e che più passa il tempo e più diventa indispensabile ai fisici per dimostrare, con un esempio concreto, l’esistenza del vuoto. In questo caso, vuoto spinto, dove l’aggettivo spinto più che la compressione descrive l’oscenità oceanica di pensieri e propositi come quelli che avete appena letto: vuoti, appunto, e spinti.
Deve essere andata così (chiederemo lumi alla nostra collega), ma di sicuro qualcuno deve aver parlato a Petraroia di questo nuovissimo mezzo di comunicazione, il telegramma, che pare sia in uso in via sperimentale presso la Prefettura di Campobasso. Di questo passo, statene certi, a qualcuno verrà in mente di inventare l’alfabeto Morse e l’utilizzo dei piccioni per lo scambio dei messaggi. Qualora accadesse, resta da augurarci che Petraroia non lo sappia mai, essendo verosimile il pericolo che egli comunichi con tutti i mezzi possibili e immaginabili a sua disposizioni. Già pare di vedere i tetti di via Toscana affollati dei solerti funzionari che, sottratti alla loro vita lavorativa felicemente minerale, verranno costretti ad esibirsi sui cornicioni nel lancio di piccioni carichi di dispacci per questo o quel ministro, presidente del Consiglio, sovrano o Papa. Perché non c’è dubbio, potranno cambiare i governi e le stagioni e le montagne ridursi a sabbia ma la incrollabile fede dell’assessore Petraroia nell’uso smodato della scrittura rimarrà intatta nei secoli.
Quest’uomo, per hi non se ne fosse accorto ancora, non solo scrive di tutto a tutti, infastidendo le segreterie di mezzo mondo, ma non contento di questo aggiunge a questa sua sfrenata abitudine anche la beffa ai danni dei propri colleghi costretti in più di una circostanza ad esibirsi nella figura del bischero (a Firenze l’equivalente di coglione). Il bischero per eccellenza è il presidente della Regione, Frattura, perennemente scavalcato da Petraroia in relazione ad ogni argomento sul quale il vero titolato a parlare sarebbe proprio e solo lui. Un abuso, quello dell’assessore, ripetuto in ogni circostanza di interesse generale (dal Molise, all’Italia al Mondo) rispetto alla quale la voce ufficiale della Regione, ovvero Frattura, viene sempre coperta dall’eloquio petraroiano. Il governatore pare ne sia terrorizzato. Da quando un giorno ne vide i piedi sotto una tenda, dicono che Frattura, entrando ogni giorno nella propria stanza, scosti sempre tutte tutti i panni parasole nel timore di scovare Petraroia in agguato, pronto a soffiargli informazioni e notizie da trasformare in altrettanti comunicati stampa.
Frattura a parte, l’ultima figura da bischero in ordine temporale è toccata all’assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture, Nagni, scavalcato da Petraroia su una questione che sta all’assessorato al lavoro come lo scroscio di uno sciacquone sta alla nona sinfonia di Beethoven. La questione è quella della tratta ferroviaria Campobasso-Roma, perennemente causa di disservizi e ritardi. Bene. Sapete chi ha parlato, trovando addirittura la soluzione, rispetto all’ultimo dei disservizi? Petraroia, naturalmente, che ha scritto al Ministro delle Infrastrutture, Delrio, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, De Vincenti, al Ministro dello Sviluppo economico, Guidi, alla Direzione IV del Ministero dello Sviluppo economico, alla Direzione di Trenitalia, alla Direzione di RFI e infine, per conoscenza, agli ECO.DEM del Molise. Il ridicolo, tuttavia, non sta in questo elenco di soggetti ormai prossimi alla deflagratio pallorum, ma nella soluzione proposta da Petraroia: in pratica l’allungamento della metropolitana leggera che, arrivando a Boiano, egli assume possa essere estesa sino a Roccaravindola.
Ci chiediamo ancora una volta cosa attenda Frattura a rimuovere questo assessore venuto dal nulla e che ogni volta che apre la bocca lo fa solo per dimostrare che ci è rimasto. E lo fa ovunque e con chiunque. Pensate, è stato anche lui all’Expo e sapete a quali eventi è intervenuto e in quali circostanze ha concionato? Alla presentazione del libro “Il Molise in cucina” – beffa nella beffa dopo la cena di gala col pecorino romano – e al convegno dal titolo: “Verso il Giubileo della misericordia”. Poi, dopo queste performance di cui a Milano ancora tutti parlano, Petraroia è tornato in Molise con un’idea folgorante: quella del telegramma, una soluzione, pare, inventata da un signore di nome Buffalo Bill. Sarà questo lo strumento per ogni crisi, l’argomento risolutivo dinanzi ad ogni dramma. L’invio di un telegramma, una prospettiva che ha già scaraventato nel panico le Poste di mezzo mondo.