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sabato, Aprile 20, 2024

Incognito, Kenny Barron, Bobby Watson, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Javier Girotto, Alain Caron: con l’Eddie Lang un’altra estate di grande musica

AttualitàIncognito, Kenny Barron, Bobby Watson, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Javier Girotto, Alain Caron: con l’Eddie Lang un’altra estate di grande musica

incognDal 27 luglio al 6 settembre: Termoli, Campobasso, Isernia, Capracotta, Larino, Campomarino e ovviamente Monteroduni, con gli incantevoli giardini del Castello Pignatelli, le location principali. Nel programma anche Emmet Cohen, Luigi Di Nunzio, William Stravato, Daniele Gottardo, Marco Zurzolo, Daniele Cordisco e tanta altra musica fra concerti, jam session, master class, seminari di formazione musicale.

Al compimento dei suoi 25 anni, l’Eddie Lang Jazz Festival conferma tutta l’importanza della sua struttura, e della sua funzione, con un programma poderoso. In prima linea, come sempre, star dal sicuro livello internazionale. Dopo l’indimenticabile serata dei Manhattan Transfer, un anno fa, è la volta degli Incognito (Termoli, 2 agosto), super funk e acid jazz, grandi voci, uno dei gruppi più importanti sulla scena mondiale, 28 album all’attivo e una serie infinita di concerti e di successi in tutto il mondo.

Ma di particolare significato, nel XXV anno, cioè al momento di entrare davvero nella storia, è un richiamo al jazz in qualche modo classico, rappresentato da figure di fortissimo prestigio.

È il caso di Kenny Barron (Isernia, 10 agosto), stella di primo piano nel panorama mondiale, l’erede più illustre della tradizione pianistica americana di Tommy Flanagan, Wynton Kelly, Hank Jones. Una carriera segnata dal debutto con Dizzie Gillespie e continuata con una serie infinita di dischi, da leader (con Ron Carter, Dave Holland, Al Foster, Roy Haynes) o via via al fianco di Freddie Hubbard, Ella Fitzgerald, Stan Getz.

A una generazione pianistica più recente, ma di sicuro memore della lezione di Kenny Barron, appartiene Emmet Cohen (Campobasso, 6 settembre), proiettato sulla scena jazzistica americana come vincitore del prestigioso concorso intitolato a Thelonius Monk (“Thelonious Monk International Piano Competition”), poi attivissimo nei selettivi circuiti musicali di New York, maturando significative esperienze al fianco di veterani del calibro di Billy Hart, Jimmy Heath e, più di recente, Christan McBride e Kurt Elling.

Altra figura di assoluto rilievo, nella storia del jazz, è quella di Bobbie Watson (Campomarino, 14 agosto), immortalata (con la struggente “Bustalk”) nella bella colonna sonora di “Bronx”: dagli inizi nei Jazz Messengers di Art Blakey (disco dell’anno nel 1981, con Wynton Marsalis) all’importante esperienza di Horizon, con Roy Hargrove. 26 dischi da leader, più di cento come sideman, richiestissimo anche da cantanti di successo come Lou Rawls e divi della tv come Bill Cosby.

Il tributo al jazz nella sua accezione più piena, ed esclusiva, si concreta nella serie di artisti italiani di primo piano, trombettisti in particolare, presenti nel programma: Fabrizio Bosso che il 27 luglio apre al rassegna al Blue Note di Campobasso (con il trio del bravo e già affermatissimo Walter Ricci); Flavio Boltro (Monteroduni, 31 luglio), forte di un’esperienza internazionale illustrata al meglio dalla storica collaborazione con Michel Petrucciani, si presenta al fianco dell’organ trio di Gianluca Figliola, protagonista di una memorabile edizione del concorso per giovani chitarristi (2010, Jim Hall presidente della giuria), a testimonianza dei tangibili progressi realizzati, nel frattempo, dal giovane chitarrista romano.

Una superba triade di trombettisti viene a completarsi con il giovane Francesco Lento, già ammirato a Larino, nella scorsa edizione, con il Jazz Combo di Nicola Conte, e prima ancora nell’omaggio a Gerswin del 2011, a Monteroduni, a conferma di un preciso disegno che ispira i programmi.

Disegno in cui rientra a pieno titolo Daniele Cordisco (Capracotta, 6 agosto), che di quel memorabile concorso fu il vincitore, e che ha guadagnato nel tempo una sua precisa, ottima collocazione nella scena jazzistica nazionale. All’Eddie Lang, Cordisco presenterà il suo riuscitissimo cd, “This Could Be The Start” (che dimostra anche la sua eccellente vena di compositore), con Francesco Lento e il robusto sax di Michael Rosen, in una serata che si annuncia particolarmente interessante.

E in questa strepitosa galleria di trombettisti trova la giusta cornice una giovane scommessa del festival, Paolo Petrecca, bellissimo esempio di una nuova generazione di musicisti locali che sta seriamente crescendo e che andrà seguita con molta attenzione.

Arriva a Monteroduni (30 luglio), attesissimo, Javier Girotto, figura tra le più significative – e note (lo rivedremo il 5 agosto a Termoli, con Sergio Cammariere) – nell’attuale panorama jazzistico. Girotto si esibirà con il fisarmonicista Vince Abbracciante, già protagonista di straordinari duetti con uno dei patriarchi mondiali dello strumento, Richard Galliano.

Eccellente fisarmonicista, tutto “nostro”, è Donato Santoianni (Monteroduni,31 luglio) ormai un veterano nei circuiti musicali più vari (notevolissima la sua partecipazione al “Kramer Project” con la Big Band di Renzo Ruggieri”).

Discorso a parte merita Luigi Di Nunzio (Larino, 12 agosto), particolarmente legato a questo festival, che lo vide esibirsi come giovane prodigio già nel 2008. Il suo disco recentissimo, “Inexistent” (con Darryl Hall e Gene Jackson, e una bella presentazione di Joe Lovano ), accolto con grande favore nell’ambiente musicale, egregiamente recensito sul «Corriere della Sera», lo ha ormai consacrato ai più alti livelli.

Né poteva interrompersi un discorso aperto da tanti anni con ciò che viene definito il genere “fusion”, nella chitarra in particolare, dopo le splendide annate di Greg Howe (con Dennis Chambers e Stu Hamm), Guthrie Govan, Marc Guillermont e prima ancora Frank Gambale.

Un discorso che riprende con William Stravato (Isernia, 28 luglio), uno degli autentici “maestri” della categoria (che presenterà il suo attesissimo “Uranus”); con Daniele Gottardo, musicista fra i più seguiti e ospite assiduo del festival, che ha accompagnato, si può dire passo passo, le sue brillanti evoluzioni; e con Ciro Manna (Monteroduni, 29 luglio), particolarmente richiesto dagli appassionati (per lo più naturalmente giovani) del genere.

Con Ciro Manna arriva uno degli autentici fuoriclasse del basso elettrico, Alain Caron, leader negli anni Ottanta di una formazione storica, Uzeb, tra le migliori band elettriche del periodo, poi al fianco di Mike Stern, Frank Gambale, Billy Cobham, Gino Vannelli (protagonista a Monteroduni di un’altra leggendaria serata). E anche qui, la visione si proietta al futuro con Gabriele Cianfrani, giovane espressione della tangibile realtà che con gli anni si è andata formando intorno al festival. Una fertile realtà di studi, di progetti, di passione che è doveroso seguire, assecondare, e quando è il caso, premiare.

Discorso analogo vale per un’altra giovane scommessa del festival, Paolo Mignogna (Monteroduni, 30 luglio), nella cui musica davvero si avverte qualcosa di speciale, ritmi, timbri e sonorità che pure bisognerà seguire con grande attenzione.

Spazio al mondo dei Dj, nella notte termolese degli Incognito, con Luca Trevisi.

E uno spazio tutto suo meritava Frida Neri (Monteroduni, 1° agosto), cantante di origine “nostre” (Michela Di Ciocco all’anagrafe), straordinaria per finezza e originalità, giunta alla piena maturazione dopo anni di studi e di gavetta.

Di particolare interesse (Campobasso, 5 settembre) è il progetto che vede la “Don Luigi Masterband”, formazione musicale di Larino diretta da Roberto Di Carlo, collaborare con Marco Zurzolo, uno dei musicisti più creativi, ed esperti, della scena nazionale. Progetto tutto proiettato sul mondo delle bande, di cui Salvatore Massaro, in arte Eddie Lang, è una delle espressioni più limpide e significative.

È un altro modo di celebrare, con modestia, ma anche con grande orgoglio, i primi sontuosi 25 anni, e di tracciare le linee guida di un futuro proteso sul territorio, e sulla sua meritatissima, tanto attesa valorizzazione.

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