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Agnone. Pazienti in “fuga” dal Caracciolo, il Comitato articolo 32: la Regione faccia chiarezza

AperturaAgnone. Pazienti in "fuga" dal Caracciolo, il Comitato articolo 32: la Regione faccia chiarezza

passaggio taxi davanti ospedale agnone 9 maggio 2015Mentre a Venafro e Larino si sono riaccese le speranze dopo la sentenza del Tar che ha spazzato via i tagli, ad Agnone resta alta la preoccupazione per il futuro del Caracciolo. Le sale operatorie, chiuse da gennaio per consentire di effettuare lavori di messa in sicurezza, non hanno ancora riaperto. Si era parlato di un intervento lampo: nel giro di un paio di settimane, al massimo un mese, il problema sarebbe stato risolto. Siamo arrivati a fine luglio e degli interventi chirurgici resta solo un ricordo sbiadito. Il cartello chiuso non è stato ancora rimosso. Nel frattempo bisogna fare a meno anche del servizio di ortopedia, a causa della carenza di personale. Ufficialmente fino al primo di settembre, ma visto l’andazzo si teme il peggio. «Mentre restiamo appesi all’annunciato riconoscimento di ospedale di area disagiata – ha detto Armando Sammartino, uno dei portavoce del comitato articolo 32 -; assistiamo allo spegnimento del Caracciolo. Ma la cosa più grave è che in tanti, troppi, pensano che il presidio sia stato praticamente smantellato. E dunque non prendono nemmeno in considerazione l’ipotesi di ricoverarsi ad Agnone. In realtà ciò che resta – come la diabetologia o la lungodegenza, solo per fare qualche esempio – funziona benissimo, grazie al lodevole sforzo dei medici, costretti a lavorare tra mille difficoltà per via della cronica carenza di personale. A questo punto chiediamo una parola definitiva da parte della Regione – ha concluso Sammartino -: vogliamo che dica con chiarezza, attraverso un proprio decreto, cosa ne sarà del nostro ospedale, che spieghi cosa si fa ancora e cosa funziona ad Agnone. Altrimenti questo silenzio finirà per portare il presidio a una morte certa».

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