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giovedì, Aprile 25, 2024

L’addio di Campobasso alla piccola Erika

AttualitàL'addio di Campobasso alla piccola Erika

di Giovanni Di Tota

La sciarpa del Campobasso ai piedi della bara bianca. Un bocciolo di ragazzina ancora da sbocciare e la fede sportiva per i colori della sua città.

Le piaceva il calcio a Erika, 14 anni da compiere e una vita intera davanti.

Non solo tifosa, ma anche giocatrice in una squadra di calcio a 5. Era andata a Coverciano, contentissima. Il giorno dopo di lei si è occupata la cronaca.

Troppo grande il dolore dei genitori per un evento tanto enorme quanto inatteso, improvviso, drammatico. Rimbombato in ogni angolo della città, alla media Colozza, la scuola che Erika frequentava. Sui social, con i messaggi struggenti lasciati dalle amiche più care: Mi sto pentendo di non averti abbracciato più forte l’ultima volta, non sapendo che saresti andata via cosi presto.

E poi, spero tu sia in un posto migliore.

Troppo piccola la chiesa del Sacro Cuore, a san Francesco per contenere la disperazione e l’interrogativo che aleggia in casi del genere. Perché lei? Perché una ragazzina strappata via alla vita così presto. L’arcivescovo Giancarlo Bregantini ha officiato la messa. Attorno alla mamma e al papà di Erica, al fratello e a tutti i suoi famigliari hanno cercato di dare conforto le amiche e gli amici i compagni di scuola, gli insegnanti, sgomenti da una morte così inaspettata.

Il compito della burocrazia giudiziaria, a partire da domani, sarà quello di dare una spiegazione, di cercare le cause, in un’indagine aperta dalla procura di Campobasso. Nessun segno di violenza, sul corpo di Erika che conduceva una vita da atleta. Una ragazza tranquilla, proprio così come appare nelle foto del profilo facebook. Con gli occhi grandi e curiosi, intelligenti e sbarazzini, come devono essere gli occhi di una ragazzina di tredici anni. Aperti alla vita e non chiusi per sempre. Ed è così che tutti quelli che le hanno voluto bene vogliono ricordare Erika Ciaramella.

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