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giovedì, Novembre 20, 2025

Manca il piano energetico regionale, in Molise è il ‘far west’ dell’energia

AttualitàManca il piano energetico regionale, in Molise è il 'far west' dell'energia

di ANNA MARIA DI MATTEO

La sostenibilità ambientale, la difesa del territorio dal proliferare di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili: è sempre più avvertita, tra la popolazione molisana l’esigenza di avere risposte su questi temi. Risposte che al momento non possono ancora arrivare a causa dell’assenza del piano energetico regionale, strumento quantomai indispensabile per programmare la produzione di energia e, quindi, di conseguenza la presenza di impianti per la produzione,.

In Molise il tema è particolarmente sentito perché, a più riprese ed in diverse occasioni, c’è stato il tentativo, da parte di aziende che operano nel settore dell’energia, di impiantare centrali.

L’esempio lampante è rappresentato dalle centrali a biomasse previste nel cuore del Matese e che, solo grazie alla mobilitazione popolare, dei comitati e delle associazioni ambientaliste, non sono state installate.

Impianti che avevano anche ottenuto il via libera in assenza di un piano energetico.

Resta invece in sospeso l’altra minicentrale, quella prevista a Campobasso, i contrada Mascione e contro la quale si sono già espressi i comitati di quartiere.

Intanto, domani pomeriggio, al Comune di Montagano si tornerà a parlare dell’ampliamento della discarica di Colle Santo Ianni. Zona nella quale, continua a denunciare il comitato intercomunale, si è creata una vera e propria emergenza legata all’inquinamento ambientale.

Una  vicenda sulla quale si è già pronunciato il Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso, sostenuto dal comitato e presentato dagli avvocati del Codacons Pino Ruta e Massimo Romano, contro la sentenza del Tar Molise. L’attenzione resta altissima, in attesa che la Regione approvi il piano energetico ambientale. Un’approvazione che, secondo gli annunci del governo regionale, dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno.

Ma nel frattempo resta il rischio, reale ed altissimo, che affaristi dell’energia si inseriscano, sfruttando il vuoto normativo che lascia aperte le porte a nuovi impianti. Porte la cui chiusura, al momento è affidata solo alla tenacia dei cittadini e delle associazioni che lottano in difesa del territorio.

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