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giovedì, Novembre 20, 2025

Area di crisi, Regione in terapia intensiva esulta per una sconfitta certificata

AperturaArea di crisi, Regione in terapia intensiva esulta per una sconfitta certificata

di GIOVANNI DI TOTA

I tecnici l’hanno chiamata area di crisi complessa. Dunque, volendo superare il burocratese e analizzare le parole si capisce abbastanza bene che il Molise, anche per chi ha esaminato la pratica che la Regione ha sottoposto ai ministeri di riferimento, è in uno stadio comatoso.

Lo è sotto il profilo economico, come rivelano gli indicatori che hanno consentito di andare verso il riconoscimento di area di crisi, è in terapia intensiva per il lavoro che manca – l’Istat ha certificato la drammatica situazione dei giovani: uno su due non ha ancora trovato occupazione; è attaccato ai respiratori artificiali nei vari settori dell’industria.

Un quadro clinico, volendo restare nella metafora, da prognosi riservata.

Ora, il presidente della Regione e il suo vice, hanno salutato con grande enfasi il passo in avanti compiuto dalla pratica inoltrata al governo Renzi, con la quale il Molise ha chiesto di essere salvato dal disastro. Paolo Frattura e Michele Petraroia, nel ringraziare palazzo Chigi, hanno definito questo passaggio fondamentale per garantire ai lavoratori e alle imprese del Molise le condizioni per una vera ripresa occupazionale, economica e sociale.

Che il governo abbia accolto l’appello di una Regione che sta colando a picco ci pare, in realtà, abbastanza ovvio. Ma esultare per una sconfitta certificata sfiora il paradosso. E’ come essere contenti che la propria squadra sia retrocessa, è come se il governo nazionale avesse festeggiato lo spred a 600 punti. Una soddisfazione, quella espressa da Frattura e Petraroia che stride e sfiora il cattivo gusto: “Siamo certi – hanno commentato l’ex imprenditore e l’ex sindacalista – che il riconoscimento per l’area di crisi complessa ci consentirà di offrire concrete opportunità di ricollocazione per i lavoratori e di sviluppo per le imprese”.

E’ una specie di resa incondizionata, un’ammissione di impotenza.

Intanto, in attesa che ciò accada, lo scenario reale resta un altro. La Regione rimane attaccata al respiratore artificiale e le risposte concrete e sostanziose affidate a slogan vuoti che orami non convincono più nessuno.

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