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giovedì, Novembre 20, 2025

Il «peccato originale» dei consiglieri regionali 5 Stelle e l’opposizione che non c’è.

AperturaIl «peccato originale» dei consiglieri regionali 5 Stelle e l'opposizione che non c'è.

 di MANUELA   PETESCIA *

Sullo sfondo della questione sanità, tornata prepotentemente alla ribalta, rimane un episodio stranamente ignorato dalle opposizioni in consiglio regionale: la nomina dell’ingegnere Riccardo Tamburro a project manager della sanità. E su questa nomina – spudoratamente negata e platealmente smascherata da Telemolise – sembra essere caduto il silenzio anche da parte dei due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.

Il movimento 5 Stelle, che tante simpatie e tanti consensi si è guadagnato per lo spirito battagliero con cui interpreta il suo ruolo di opposizione, nel consiglio regionale molisano sembra mostrare un volto diverso e anomalo, come se fosse costantemente frenato da qualcosa.

Per essere chiari, la sensazione è che sull’attività di Antonio Federico e Patrizia Manzo aleggi una sorta di «peccato originale».

Tornando indietro nel tempo, infatti, ci si imbatte in una coincidenza molto strana, che rimane assai difficile da spiegare, e in effetti non è mai stata spiegata né smentita: il cambio di residenza sia di Antonio Federico, sia di Patrizia Manzo, a ridosso della notifica del ricorso elettorale contro l’ammissione della loro lista.

Un coniglio – si dice – tirato fuori dal cilindro del loro avvocato, Salvatore Di Pardo, due anni fa.

Di Pardo, infatti, che è anche l’avvocato del Governatore Frattura, nel bel mezzo dell’udienza rivelò a sorpresa proprio la mancata notifica del ricorso elettorale ai grillini. Che proprio in quei giorni si erano entrambi trasferiti in fretta e furia, lasciando con un palmo di becco gli ufficiali giudiziari.

Tutto è bene ciò che finisce bene, dunque, ma la sensazione – giusta o sbagliata che sia – è che da quel momento, dalla riconoscenza dovuta a Di Pardo, e dunque a Frattura, si sia originata una specie di cambiale a vita.

Una cambiale che li condanna a un finto ruolo di opposizione, debole e inefficace.

Perché a pagare il prezzo del loro costante silenzio sono i molisani, viste le omesse denunce degli orrori di questo governo, a cominciare dalle frottole distribuite a destra e a manca – e come nulla fosse – dal suo Presidente.

E mentre in tutta Italia e in molti comuni molisani, da Campobasso a Termoli, passando per San Martino in Pensilis, i rappresentanti del movimento 5Stelle svolgono appieno il loro ruolo e denunciano senza tentennamenti né sconti le magagne della casta, sembra che i due consiglieri regionali si limitino a simulare un certo sdegno di tanto in tanto e a cose fatte, quando cioè le patate bollenti sono già incenerite.

E a nulla servono, se non a prendere in giro gli elettori, quei comunicati stampa postumi e arrabattati con cui tentano di giustificare, coprire (o riempire) la mancata funzione di controllo e di denuncia degli atti del governo regionale.

Comunicati stampa o interviste che giungono quasi sempre in ritardo, come se Antonio Federico e Patrizia Manzo patissero il più totale imbarazzo nel prendere l’iniziativa e fossero costretti a giustificare le loro pallide prese di posizione nascondendosi dietro l’informazione di Telemolise o andando a rimorchio delle proteste popolari.

Il risultato di tanta e tale reticenza è stato quello di rendere comoda la vita a Frattura e a tutto il suo apparato, avallando – di fatto – le peggiori «porcate» della casta.

Ce ne eravamo accorti sin dai tempi della ribellione popolare contro le biomasse, o la Momentive di Termoli, per non parlare dello scandalo della metropolitana leggera, delle consulenze d’oro, delle ombre affaristiche, degli evidenti conflitti di interessi, della collocazione strategica dei soci di Frattura nelle maglie istituzionali.

Su Mariolga Mogavero, socia in affari e allo stesso tempo capo di gabinetto e segretaria della giunta, solo per fare l’esempio più eclatante, mai nemmeno una parola.

Ma il silenzio dei pentastellati sull’ultima frottola del Governatore, la nomina negata&sbugiardata di Riccardo Tamburro a project manager della sanità, grida vendetta.

E grida vendetta non per il fatto in sé, visto che Frattura ci ha ormai abituato ad attenderci l’esatto contrario di quanto dichiara, e amen, ma per le motivazioni che lo hanno indotto a negare spudoratamente l’adozione di un atto pubblico (e pubblicamente smascherato).

Una cosa, infatti, sono le promesse mancate delle campagne elettorali, e che rientrano – diciamo così – nel ventaglio menzognero dei politicanti mediocri e opportunisti di cui è fin troppo piena l’Italia.

Tutt’altra questione, invece, è una nomina occultata: la domanda è “perché”. «Perché», «cosa c’è dietro», «cosa ha spinto Frattura a negare», «cosa teme».

Ebbene i cinque stelle regionali non hanno ritenuto che questa domanda valesse nemmeno uno straccio di interrogazione in Consiglio Regionale, neppure a rimorchio del ricorso del Codacons o dell’informazione di Telemolise.

Magari per chiedere al Presidente come mai fosse stato costretto a mentire su uno snodo nevralgico relativo alla gestione e soprattutto ai meccanismi di controllo della sanità.

Con buona pace degli elettori del movimento 5 Stelle.

Elettori che forse, chissà, hanno punito severamente nell’urna di Montenero di Bisaccia l’anomalia di questa opposizione pallida e forse macchiata dal «peccato originale».

Ovviamente, questa nostra riflessione che vuole essere una critica, persino dispiaciuta, nulla toglie al merito indiscutibile di essersi ridotti le indennità che va riconosciuto ad Antonio Federico e Patrizia Manzo.

Un’azione che spicca, come un assolo onesto, sulla melma redditizia e arraffona della politica molisana e che tuttavia spicca per contrasto anche con l’opposizione dei 5stelle alla Regione, finora sbiadita e inconcludente.

* direttore Telemolise

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