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venerdì, Aprile 19, 2024

Facebook, Ioffredi e il Bagaglino. Oltre alla Cultura, la Regione inventa anche la delega all’avanspettacolo

AperturaFacebook, Ioffredi e il Bagaglino. Oltre alla Cultura, la Regione inventa anche la delega all’avanspettacolo

di PASQUALE DI BELLO

Chi volesse avere idea della cifra grandiosa degli attuali rappresentanti del popolo, faccia un giro su Facebook dove lorsignori si sbizzarriscono a briglia sciolta. Dopo la notte di ribalderie nella quale il Consiglio regionale ha fatto coriandoli della legge di iniziativa popolare, non trova niente di meglio che gigionare sul social network e concionare di poppe.

Se tra i tanti c’è un giorno che più degli altri ricorderemo di questa legislatura regionale, quello è il 12 maggio scorso. Quel giorno, infatti, furono ben due le porcherie partorite dal Consiglio regionale più indegno e inetto che i molisani abbiano mai eletto. Sulla prima, quella genericamente indicata come legge a sostegno dell’editoria, evitiamo ogni commento. Sarebbe interessato e, di conseguenza, gratuitamente malevolo. Sulla seconda, invece, di cui abbiamo già scritto, basti ribadire che è la cosa più mostruosa, svergognata e ridicola che lorsignori abbiano partorito da quando si sono insediati. E in questo giudizio non facciamo salvo nessuno: sinistra, centro, destra (ma qui si fa per dire) e grillini compresi. Parliamo della discussione in orario antelucano della proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata alla riduzione dei costi della politica che, come ormai anche i sassi sanno, è stata discussa e bocciata nottetempo in assenza di qualsivoglia partecipazione pubblica. Un gesto di sfregio non solo ai seimila sottoscrittori che, verosimilmente, avrebbero avuto piacere che il dibattito si svolgesse alla luce del sole e non all’ora in cui di solito entrano in azione gufi, civette, banditi e signorine in abiti succinti. E’ andata esattamente al contrario. Incappucciati come i Beati Paoli e col moccolo in mano come nelle processioni, lorsignori alle dieci e trenta della sera hanno deciso di anticipare la discussione della proposta di legge che giaceva negletta da mesi in fondo all’ordine del giorno dei lavori. A chiedere l’anticipazione è stata la consigliera Nunzia Lattanzio ma a vergognarsi devono essere tutti, anche coloro che poi hanno votato a favore della legge. Anziché spicinare piatti e bicchieri e dar fuoco ai mobili in segno di ribellione, anche questi ultimi hanno votato per l’anticipazione di una discussione della quale non vi era nessuna urgenza e la cui strampalata difesa vi invitiamo a leggere sul profilo Facebook della consigliera Lattanzio. Dice l’interessata, tra le altre cose:  Rendo noto a quanti si sono espressi in merito, che già dalle 10.30 di martedì 12 maggio, Romano Amoroso, esponente del gruppo degli ‘Indignati’, era a conoscenza della mia volontà che -in caso di avvenuta approvazione della anticipazione della legge sulla Editoria, punto 20 all’Ordine del giorno-
avrei formulato in Aula richiesta ai colleghi di trattazione anche del punto 19 (Legge riduzione costi della politica, pdl 52)”
. Capito a che livelli siamo? Come dire? non facciamo scherzi: io vi avviso, se anticipate una porcheria preparatevi perché io ve ne faccio anticipare un’altra. Ohibò, consigliera Lattanzio, e allora perché non ha chiesto l’anticipazione di tutto l’ordine del giorno così tornavate da capo come al gioco dell’Oca e a Monopoli e magari stavate a divertitivi tra suffumigi e gigionismi fino al giorno del giudizio universale?

Bene, chi vuole può andare leggere la Lattanzio su Facebook e, più interessante ancora, il consigliere delegato (sic!) alla Cultura: Domenico, detto Nico, Ioffredi. Poche ore dopo i due misfatti, il giorno 13 maggio, anziché correre dall’esorcista o infilare la testa nell’acquasantiera per le diavolerie appena votate, non ha trovato niente di meglio che gigionare su Facebook con un giochetto coglione che sta imperversando da un po’ di tempo. Quello di scrivere una supercazzola e vedere la reazione dei commentatori. Si va dalla finta vincita al Gratta e Vinci allo sciopero delle mutande. Ioffredi, dopo la notte di “sconcezze” in Consiglio regionale, ha puntato sulle zinne e ha scritto: “Ho appena usato le mie tette per evitare una multa per eccesso di velocità (13 maggio ore 17.07). Noi comprendiamo che Ioffredi, essendo delegato (sic!) alla Cultura, si senta un uomo di spettacolo ma, a questo punto, si faccia dare dal presidente frattura anche la delega all’avanspettacolo e proponga la definitiva trasformazione del Consiglio regionale in una succursale da Bagaglino. Così, almeno, lo sputtanamento sarà completo e definitivo. 

Ci chiediamo fino a che punto sia tollerabile questa politica da bassoventre e se certi lorsignori pagati a migliaia e migliaia di euro al mese siano degni di restare ancora dove stanno, se possa essergli consentito ulteriormente questo ripugnante gigionismo. Attenzione, non è moralismo il nostro, Ioffredi può scrivere sulla propria bacheca Facebook tutte le minchiate che crede, compreso quelle sulle zinne che, sia detto di passata, sono un argomento decisivo per la storia dell’umanità, ma si dimetta da consigliere regionale. I comportamenti pubblici, per chi ha l’onore seppur immeritato di rappresentare la collettività, vanno improntati al registro della serietà e della sobrietà. Specie dopo una ribalderia come quella di aver fatto coriandoli di una legge firmata da migliaia di cittadini. Ma voi (e lui ci scusi dall’Aldilà per il paragone blasfemo) ve lo immaginate Florindo D’Aimmo che si mette sotto i piedi seimila cittadini e il giorno dopo parla di poppe su Facebook?

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