Dopo mesi di preparativi, a Sant’Agapito è diventato realtà l’orto botanico produttivo della Coperativa Lai-Lavoro anch’io di Isernia: è una nuova grande opportunità per dare lavoro ai soci della struttura. In questi campi i ragazzi si impegneranno ogni giorno per coltivare prodotti tipici locali – come la cipolla o i fagioli – e per produrre miele, pappa reale e cera. Il progetto è il frutto della collaborazione tra vari enti e associazioni, tutti concordi nel portare avanti un progetto di agricoltura sociale dalle indubbie potenzialità: «L’agricoltura sociale – ha detto Antonio De Cristofaro, vice direttore del dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università del Molise – può essere uno strumento innovativo, alternativo al vecchio welfare, in grado di consegnare linfa vitale e risorse al settore dell’assistenza alle persone diversamente abili, che soffre il trend di prosciugamento delle risorse publiche e corre il pericolo di venire abbandonato al proprio destino». Alla nuova attività imprenditoriale ha dato la sua benedizione il vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, monsignor Camillo Cibotti, che naturalmente vede di buon occhio questa iniziativa: perché il lavoro lo si crea anziché aspettare che piova dal cielo, perché si punta sull’agricoltura e perché strizza l’occhio al sociale: «La Lai – ha detto – ha messo in pratica, e in anticipo sugli altri, le parole del Papa pronunciate durante l’udienza con la nostra diocesi: invitata i giovania crearsiun lavoro. E loro lo hanno fatto». «La scelta degli indirizzi produttivi – ha spiegato Nino Santoro, vice presidente della Cooperativa Lai – si è basata su elementi di fattibilità tecnica (la possibilità di inserire nel ciclo persone con disabilità), economica (la possibilità di ottenere un profitto per finanziare le attività sociali della Lai) e di mercato, ossia la possibilità di collocare sul mercato, a quotazioni reminerative, le produzioni ottenute. In ogni caso una cosa è certa: i ragazzi saranno coinvolti in tutto il processo produttivo, dalla coltivazione alla commercializzazione».



