di GIOVANNI DI TOTA
Caro Danilo, cara Micaela. Cominciano così le due lettere, che il segretario e il deputato del Pd si sono mandati a vicenda, rendendole ovviamente pubbliche.
Ma di confidenziale e di amichevole, tranne che la forma, i due scritti non hanno proprio nulla. Ruvida come la carta vetra, Micaela Fanelli ha ricordato punto per punto al parlamentare, le sue battaglie condotte per il buon governo della regione. Lavoro, scuola ambiente, sanità, tutte frutto – ha ricordato la segretaria – di una sintesi maturata da incontri partecipati.
Michele Petraroia, assessore al lavoro; Carlo Veneziale amministratore di Finmolise; Pierpaolo Nagni assessore alle infrastrutture, hanno sempre risposto agli inviti del partito democratico e partecipato al confronto. Perché, si è chiesta la Fanelli e ha girato la domanda al giovane deputato, non ci sei mai stato ma hai preferito attaccare il segretario e il Pd dal marciapiede.
L’invito amichevole a fare sintesi e unità nel partito – è la gente che ce lo chiede, ha motivato la segretaria – per poi mollare la stoccata politica finale: Patriciello è rimasto dov’era – ha sottolineato – quando ha firmato l’accordo con Leva. Sei tu – ha concluso – che hai cambiato idea.
Per quanto ancora giovane all’anagrafe, Danilo Leva è cresciuto a pane e politica e dunque gli ultimi quindici anni, più o meno li ha vissuti in prima fila. Da responsabile dei giovani del Pds, da consigliere regionale, da segretario del Pd e ora da deputato. Negli ultimi mesi ha messo da parte il fioretto e ha impugnato la clava: sei tu, ha sparato ad alzo zero contro la Fanelli, che divide il Pd. L’accusa precisa rivolta alla segretaria di non essere stata in grado di mettere in campo una proposta di sintesi e ha preferito il ruolo della tifosa.
Governare, ha ricordato Leva, significa dare risposte all’altezza, significa cambiare il Molise, difendere il lavoro e la sanità pubblica, azzerare le consulenze esterne e affermare una nuova politica industriale. Per cambiare il Molise, ha sottolineato il parlamentare, serve discontinuità, mentre la linea politica tracciata è quella di difendere l’alleanza con Patriciello che sta riorganizzando Forza Italia. Questo modo di fare, secondo Danilo Leva, non ha nulla a che fare con i valori fondanti del centro sinistra.
Stiamo tagliando il ramo sul quale siamo seduti, ha concluso Micaela Fanelli, in un sussulto di addolcimento, da amica, da segretaria, da molisana ti chiedo di lavorare all’unità.
Ma che non ha fatto breccia nel cuore di Danilo Leva: scimmiottare Renzi è la sola cosa che provi a fare e non ti viene nemmeno bene, le ha fatto notare il deputato che non le ha risparmiato il colpo finale: “Capisco – ha spiegato Leva – che per chi è passata da Bersani a Renzi, da Iorio al centro sinistra con estrema facilità questi sono aspetti marginali, ma per me no. E ti garantisco – ha aggiunto il deputato – che il popolo del centro sinistra in questa battaglia le tue alchimie non le comprende affatto”.
Con affetto e simpatia, Danilo, il saluto del deputato al segretario. Simpatici veleni, botte affettuose.



