di ANNA MARIA DI MATTEO
La liberalizzazione del settore del commercio introdotta dal governo Monti con il decreto Salva Italia, in Molise, non ha prodotto gli effetti sperati.
L’ampia libertà e discrezionalità sugli orari di apertura e chiusura dei negozi, sulle aperture domenicali e festive se da un lato hanno imposto alle attività commerciali una riorganizzazione del personale, dall’altro non ha portato i benefici previsti, ossia la ripresa dei consumi.
E a distanza di quattro anni dall’entrata in vigore della nuova normativa, il saldo, dicono i sindacati e le associazioni di categoria, è negativo.
L’economia dunque rimane in una fase di stagnazione, le piccole attività commerciali stanno via via abbassando le saracinesche, non potendo fronteggiare la concorrenza della grande distribuzione, grande distribuzione che, va ricordato, non se la passa poi molto meglio. E nel frattempo peggiora la qualità della vita delle famiglie.
Di fronte ad un quadro così allarmante, i sindacati hanno sollecitato più volte la Regione ad intervenire. E l’osservatorio regionale sul commercio, che comincia a muovere i primi passi non avrà alcun potere, se non quello di monitorare la situazione.
I consiglieri regionali di opposizione Angela Fusco Perrella e Giuseppe Sabusco hanno presentato un ordine del giorno con il quale prendono posizione sul problema.
In sostanza, sulla scia di quanto stanno già facendo i Consigli regionali del Veneto, dell’Umbria, dell’Abruzzo e della Lombardia, anche il Molise dovrebbe chiedere l’indizione di un referendum abrogativo della parte del decreto legge che disciplina la liberalizzazione delle attività commerciali. «Diamo ai cittadini, alle famiglie e ai lavoratori la possibilità di esprimersi su un tema che li riguarda da vicino – hanno commentato i due consiglieri regionali – perché solo in questo modo si possono rispettare le esigenze, le caratteristiche e le vocazioni dei territori».
Una richiesta che ripropone l’appello, pressante, rivolto da papa Francesco alle istituzioni regionali in occasione della sua visita in Molise. Il santo Padre aveva sottolineato la sacralità della domenica, giornata da dedicare al riposo, alla famiglia e a Dio.
Il Molise è alle prese con una crisi gravissima che ha travolto tutti i settori dell’economia, compreso il commercio. Ma la crisi non si affronta lasciando aperti i negozi anche di domenica e in occasione delle feste simbolo come quella del primo maggio, dicono sindacati e lavoratori.
Occorre che la Regione si attivi con urgenza, puntando alla creazione di un modello di sviluppo compatibile con le esigenze del territorio e con quelle dei suoi abitanti.
Solo così, potrà invertire quella rotta che sta conducendo il Molise verso il baratro.



