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domenica, Novembre 16, 2025

Sanità molisana sull’orlo del baratro. E mentre la politica litiga i cittadini pagano il conto

AperturaSanità molisana sull'orlo del baratro. E mentre la politica litiga i cittadini pagano il conto

di  ANNA MARIA DI MATTEO

E’ partita la corsa contro il tempo per tentare di impedire alla sanità molisana di perdere quello che ancora, seppure tra mille difficoltà, riesce a conservare.

Il destino degli ospedali sembra essere irrimediabilmente segnato, stando a quanto prevede il decreto Balduzzi i cui effetti dovrebbero presto farsi sentire.

Ma quello che è ancora più grave, in un quadro già di estrema precarietà, è la perdita dell’unico ospedale di secondo livello, il Cardarelli che, sempre secondo il provvedimento pensato dal ministro della Salute del governo Monti, Renato Balduzzi, verrebbe ridimensionato a dea di primo livello perché, in base ai nuovi parametri introdotti, riferiti al bacino di abitanti, il Molise non ne ha diritto. E l’ospedale regionale perderebbe, in un colpo solo,  una serie di specialità importantissime.

Contro questo scempio il Consiglio comunale di Campobasso si è schierato in maniera forte e decisa, votando all’unanimità un ordine del giorno, primo firmatario il capogruppo del Pd, Giose Trivisonno, in difesa del Cardarelli e sollecitando il governatore Frattura a mettere in atto ogni iniziativa utile a difendere l’ospedale regionale. In alternativa, aveva ricordato in aula l’esponente del Partito democratico, c’è la proposta avanzata dai parlamentari Ruta, Leva e Venittelli, di istituire l’azienda ospedaliera universitaria. Una proposta che in un primo momento il governatore aveva mostrato di condividere e sulla quale, proprio in Consiglio comunale, ha dichiarato di non poter più realizzare.

A dire il vero, vista la situazione in cui si trova lo stesso Frattura, appare difficile che riesca a fare qualcosa in difesa del Cardarelli. La sua posizione di commissario ad acta è pericolosamente in bilico, dopo la riunione del tavolo tecnico nazionale sulla sanità che si è svolto la scorsa settimana e dal quale il governatore ne è uscito con le ossa rotte. Bocciato su tutta la linea dai tecnici ministeriali che ora premono affinché in Molise arrivi il commissario. Per molti è solo questione di tempo. In quel caso, per la sanità molisana sarebbe la fine perché, chi arriverà in Molise per rimettere i conti in ordine lo farà in maniera ragioneristica, attuando in maniera rigida, quanto prevede il decreto Balduzzi, in sostanza la chiusura degli ospedali.

E su questo il commissario -presidente Frattura ha le sue responsabilità. Solo ora che il danno è fatto, il governatore si è presentato alla Conferenza delle Regioni per sollecitare una deroga al regolamento degli standard ospedalieri per le aree particolarmente disagiate. Viene da chiedersi, cosa si intende per area disagiata: tutto il Molise o solo la zona di Agnone e dell’alto Molise. E poi viene anche da chiedersi come mai solo ora Frattura ha chiesto la deroga e non lo ha fatto, a suo tempo, come invece ha fatto la Regione Basilicata? Se lo avesse atto, probabilmente ora il Molise non si troverebbe in questa situazione.

Una domanda che indirettamente glie l’hanno posta anche i parlamentari del Pd, Leva, Ruta e Venittelli che ironicamente hanno poi commentato l’iniziativa di Frattura dicendo: meglio tardi che mai…

Una frase che ha fatto saltare i nervi, già tesi del governatore, che se l’è presa con la delegazione parlamentare del suo stesso partito, lanciando accuse pesanti e dubbi sul loro impegno in Parlamento per il Molise.  Parole che sono il chiaro segnale della rissa che è scoppiata all’interno del Pd, che vede Frattura sempre più solo e  messo all’angolo.

E mentre la politica litiga e si divide il Molise continua a pagare un conto salatissimo sulla sanità. Quella sanità che dovrebbe essere un diritto di tutti e che presto di trasformerà nel diritto di pochi.

 

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