L’amministratore unico della Gam Nicola Baranello ha aggiudicato la gestione provvisoria dell’azienda avicola ad Avi Molise, l’unica ad aver presentato una manifestazione d’interesse.
Entro dieci giorni si provvederà alla stipula dei contratti.
Una non notizia enfatizzata da molti, data in pasto alle agenzie per mera e sterile autocelebrazione, che in realtà non risolve alcun problema. Con la gestione transitoria, infatti, la Gam resterà chiusa per altri dieci mesi e dunque l’incertezza totale sul futuro dei lavoratori e dell’azienda rimane.
Avi Molise, costituita dall’ingegnere Antonio Limonino(candidato alle ultime Regionali con una lista di appoggio a Paolo Frattura ma poi escluso dalla competizione elettorale dalla commissione circoscrizionale), dall’allevatore Iammatteo e dal sindaco di San Polo Matese Tonino Spina, dovrà finanziare l’operazione con circa un milione di euro: 400 mila per ristrutturare l’incubatoio e 500 mila per il fitto dello stesso.
Resta da chiarire come sarà possibile concedere in uso una struttura già assegnata in conto lavorazione al Gruppo Aia.
Rispetto all’esborso di un milione di euro al momento non è prevista nessuna entrata per la cooperativa Avi Molise. Dunque, si tratta di un investimento senza ritorno, a meno che il bando pubblico per l’assegnazione definitiva della Gam, che dovrebbe essere finanziato con 16 milioni di euro del Piano di sviluppo rurale, non verrà calzato a pennello su Avi Molise.
La circostanza, però, appare improbabile, considerato che bisognerà rispettare la normativa europea.
Secondo le previsioni, a questo punto, la cessione definitiva della Gam non avverrà prima di dieci mesi.
Per altro, sotto il profilo occupazionale non cambierà nulla. Il macello resterà chiuso, i 240 lavoratori in cassa integrazione finché dura, i 400 avventizi senza lavoro e senza reddito, trasportatori e allevatori continueranno a cercare lavoro da altre parti.
Una situazione drammatica che non lascia prevedere niente di positivo. La Gam, chiusa dal mese di novembre 2013, resterà con i cancelli sbarrati e chissà se mai li riaprirà.
Eppure la ripresa dell’attività produttiva ed il famigerato piano di rilancio è stato sbandierato reiteratamente da Paolo Frattura fin dal mesi di ottobre 2013.
Puntualmente, però, tutto è slittato in avanti di settimane, mesi, anni, e il rilancio della Gam non si intravede neanche lontanamente.
Il tutto mentre un migliaio di famiglie vive nella totale disperazione.
Sullo sfondo resta la decisione sul concordato preventivo della Gam ancora in bilico per via dei 10 milioni di euro a carico della Regione per tacitare i creditori.
Su tale operazione il giudice Russo vuole vederci chiaro e speriamo non decida per il fallimento dell’azienda bojanese.




