Via Maiorino, via La Cava, via Fortini: in pochi lo sanno, ma queste strade cittadine sono intitolate a giovani isernini che parteciparono alla prima guerra mondiale, senza mai fare ritorno a casa. Lo hanno scoperto gli alunni dell’istituto comprensivo Giovanni XXIII. Nel centenario della grande guerra hanno condotto un lavoro di ricerca – coordinato dalla docente Marialuisa Evangelista – che svela interessanti retroscena ed episodi significativi legati a quei ragazzi che partirono per il fronte. A cento anni dalla Grande Guerra, era doverso ricordare i giovani isernini che diedero al loro vita per la patria, ha sottolineato il dirigente scolastico, Rossella Simeone. Le ricerche condotte dai ragazzi della Giovanni XXIII hanno permesso di recuperare documenti d’archivio, cartoline e lettere di grande interesse. Scritti di grande umanità, dai quali emerge l’amore per la famiglia, ma anche per la Patria. Un sentimento, questo, che ha cominciato a radicarsi negli italiani proprio durante il primo conflitto mondiale. Prima di allora, infatti, l’unificazione dello stivale andava poco oltre le questioni amministrative e burocratiche. Ma di fatto le distanze tra le diverse culture che animavano il Bel Paese restarono sostanzialmente invariate. Del resto lo disse anche Cavour: fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani. La grande guerra, pur nella sua drammaticità, creò i primi legami tra ragazzi provenienti da ogni angolo d’Italia, chiamati a combattere le prima volta per un obiettivo comune. Fu allora che la lingua italiana cominciò a farsi strada tra una marea di dialetti.



