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martedì, Aprile 23, 2024

La Regione ha ucciso la speranza dei lavoratori. Pochi e sconsolati alla manifestazione dei sindacati

AperturaLa Regione ha ucciso la speranza dei lavoratori. Pochi e sconsolati alla manifestazione dei sindacati

di PASQUALE DI BELLO

E’ un’immagine triste quella che arriva oggi dal sindacato molisano. Poche persone assiepate davanti alla sede della Giunta regionale. Quella che doveva essere una manifestazione di forte protesta contro l’inconsistenza del governo regionale, si è trasformata in una mesta presa d’atto: oltre al lavoro, i molisani hanno perso pure la speranza.

Se alla manifestazione indetta oggi dai sindacati davanti alla Regione Molise dovessimo dare un titolo di estrazione musicale, non v’è dubbio che sarebbe “Eravamo quattro amici al bar”. Tanti erano, un pugno di amici – forse meglio dire compagni – quelli che si sono ritrovati sotto una pioggerellina obliqua davanti alla sede del governo regionale in via Genova. Pochissimi lavoratori flagellati dalla disperazione e dalle intemperie del tempo, costretti a trovare riparo sotto il tendone di un bar che li ha accolti, polizia compresa.

Dopo il consiglio regionale monotematico di qualche settimana fa, dedicato al lavoro, i sindacati sono scesi giustamente sul piede di guerra, tanto è stato vacuo e inconcludente il dibattito in aula, pari solo alla inconsistenza dei protagonisti. A partire dall’assessore al ramo (ramo morto, in questo caso), Michele Petraroia che, nell’occasione, non ha trovato di meglio che riesumare la salma di Salvemini e riproporre un questione di strettissima (si fa per dire) attualità: la “questione meridionale”. Davanti a questo deserto politico e progettuale, al sindacato non è rimasto che scatenare la mobilitazione generale. Gam, Ittierrre, Zuccherificio, Molise Dati, Esattorie, Protezione Civile, Formazione professionale; queste solo alcune delle tante vertenze aperte alle quali la Regione non riesce a trovare soluzioni o risposte credibili.

Tuttavia oggi va detto che al fallimento della politica, si aggiunge la solitudine del sindacato, rimasto con una sequela che ormai si assottiglia giorno dopo giorno. Solo in occasione dello sciopero generale nazionale dello scorso 12 dicembre, a Termoli si sono viste le antiche vestigia del sindacato che fu, quello capace di radunare in piazza migliaia di persone. Ma è stato un fuoco di paglia. Anche in occasione del dibattito in Consiglio regionale, bene poche erano le persone che sostavano fuori dall’aula.

E’ come se la politica, oltre ad aver ucciso il lavoro, avesse ucciso qualcosa di ancora più grande: la speranza. Si vive ormai in un clima di rassegnata disperazione, abbandonandosi all’ineluttabile fine che sembra già scritta per centinaia di lavoratori e altrettante famiglie. E’ un Molise che non reagisce, annichilito, quello che abbiamo davanti agli occhi, e quei poveri lavoratori al riparo sotto il tendone di un bar ne sono la rappresentazione visibile ad occhio nudo. Se dalla manifestazione di oggi dovessimo trarre una conclusione, non potrebbe essere che quella di annunciare la morte di ogni speranza e aspettativa nel futuro. Ci auguriamo di sbagliarci, ma tant’è. Il lavoro è morto e, a questo punto, anche il sindacato non è più in salute.

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