La Regione Abruzzo arriva in soccorso dell’ospedale Caraccciolo di Agnone la cui fine sembra essere segnata. Proprio così. Il Consiglio regionale abruzzese, all’unanimità, ha infatti approvato la risoluzione per realizzare accordi di confine nei quali rientra anche la salvaguardia dell’ospedale di Agnone.
Una iniziativa salutata con favore, e non poteva essere altrimenti, dal governatore del Molise, Paolo Frattura che invece non ha mosso un solo dito, in questi mesi, per tentare di salvare il Caracciolo. Anzi, parlando del piano di riordino della rete ospedaliera, in maniera molto semplicistica, aveva spiegato che i cittadini di Agnone avrebbero potuto tranquillamente raggiungere l’ospedale di Isernia, il più vicino, dal punto di vista chilometrico. Ma l’ondata di maltempo che ha investito il Molise la settimana scorsa, ha smentito clamorosamente il governatore, riproponendo, con tutta la sua drammaticità, la situazione delle aree interne, rimaste letteralmente isolate. E in ben due occasioni le ambulanze, partite proprio da Agnone e diretta al Veneziale di Isernia, l’ospedale più vicino, sono rimaste bloccate nella tormenta. Sono arrivate a destinazione solo grazie all’intervento dei mezzi dei vigili del fuoco. Fortunatamente i malati trasportati dalle ambulanze non erano in gravi condizioni, diversamente avrebbero rischiato la vita, prima di essere ricoverati in ospedale.
Ed oggi Frattura, con toni trionfalistici, plaude al voto espresso dal Consiglio regionale abruzzese. «La risoluzione impegna la Giunta dell’Abruzzo ad attivarsi perché venga riconosciuta e affermata la necessità di mantenere in vita l’ospedale di Agnone. In questo modo – ha detto – si gettano le basi solide e reali per costruire, insieme, Abruzzo e Molise, accordi di confine e convenzioni utili ad assicurare a tutti i nostri cittadino il diritto alla salute».
Fin qui l’entusiasmo di Frattura. Ma viene da chiedersi come mai il governo regionale stia aspettando l’aiuto delle Regioni confinanti per difendere i propri ospedali. Perché, un presidio come quello di Agnone va difeso a prescindere. Va difeso perché attorno ad esso gravitano i comuni delle aree interne, le cui popolazioni hanno il diritto alla salute, come tutti gli altri. E allora, ben vengano gli accordi di confine, le sinergie. Ma la Regione Molise non deve dipendere da nessuno. Deve poter garantire il diritto alla cura e alla salute a tutti, così come prevede espressamente la nostra Costituzione.



