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venerdì, Aprile 26, 2024

Il comunista Di Clemente: “Col caso Pastore il Molise verso la barbarie”

AttualitàIl comunista Di Clemente: "Col caso Pastore il Molise verso la barbarie"

Il PCL MOLISE esprime tutta la propria solidarietà per il dott. Lucio Pastore in merito alle incredibili e note vicissitudini subite sul lavoro, sia per la sua persona sia in quanto lavoratore della sanità che si batte in difesa dei servizi.

I servizi di pronto soccorso, a Isernia come altrove, sono ormai giunti a livelli che poco hanno a che fare con la civiltà, nonostante l’abnegazione di medici ed operatori.

Per rendersene conto basta incappare nella sventura di doversi  recare in una di queste strutture, a Isernia come a Campobasso o in altri presidi. Anche al pronto soccorso di Campobasso nel mese di dicembre scorso, abbiamo visto un paziente che era con un calcolo doloroso e stava aspettando senza avere alcuna notizia da un giorno (era dovuto tornare), perché il solo medico non ce la faceva e non v’erano posti sufficienti. Mancava persino l’accoglienza all’entrata.  Ci chiediamo: se questo accade alle persone autosufficienti o che hanno qualche familiare, cosa può mai accadere a chi non ha nessun familiare o a chi è anziano?

Di questo passo finiremo nella barbarie se già non ci siamo. Da vent’anni  a furia di rincorrere “il nuovo che avanza” stiamo tornando indietro di un secolo: avremo una sanità privata che funziona bene solo per i ricchi, e una sanità pubblica sfasciata e inefficiente per i poveri abbandonati a sé stessi.

Ma dobbiamo capire che la lotta in difesa di questi servizi essenziali non è solo locale. I tagli partono dall’alto: il governo centrale dispone, di destra o di centrosinistra che sia, da anni, e la Regione esegue. Servono a fare cassa, per i 90 miliardi di euro all’anno che lo stato paga come interessi sui titoli pubblici, detenuti dai banchieri usurai protetti dalla Troica (titoli che hanno acquistato con le risorse accumulate in anni di rapina sociale). O per sopperire al fiume di miliardi rubati allo stato dai grandi evasori e nascosti nei paradisi fiscali, o che si sprecano per la corruzione e le prebende dei politici borghesi di ogni colore (dal “centrosinistra” a Forza Italia, sino alla destra di Salvini e Meloni). O per pagare le scorte per milioni di euro avanti alla Villa di Arcore e altrove per un capitalista pregiudicato che potrebbe pagarsele da solo.

Dobbiamo trovare, anche nel Molise, la forza di organizzare una mobilitazione permanente per rispedire al mittente i piani regionali di taglio ai servizi sanitari essenziali, prendendo esempio dalla ribellione del popolo greco contro queste ingiustizie.  Gli sprechi restano, e i servizi diminuiscono.

La difesa del diritto alla salute come diritto universale significa affermare che tutte le persone, ricche e povere, possano avere uguale accesso alle cure.

Cioè  una sanità pubblica riqualificata e democraticamente controllata dalle comunità locali, a cui ricondurre (mediante nazionalizzazione/regionalizzazione senza indennizzo) anche le attuali strutture private alimentate dalle risorse pubbliche, di cui vanno ovviamente conservati la professionalità ed il personale. La sanità non può essere un’azienda legata ai budget o ad parametri ragionieristici di “posti letto per tot abitanti” stabiliti solo per fare cassa senza alcun legame con il fabbisogno reale. Una bambina siciliana, errore umano a parte, non può morire perché “non c’è posto”; al pronto soccorso non devi aspettare ore se non giorni per essere visitato.

Insomma la salute non un prodotto commerciale, è un servizio che va organizzato in base alle reali esigenze delle persone. E questo si può fare se solo ribaltiamo queste politiche capitalistiche, che costringono ad assurdi sacrifici intere popolazioni, per fare cassa in favore degli usurai internazionali e nazionali, delle cricche di evasori e corrotti.

 

IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente

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