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sabato, Ottobre 25, 2025

Isernia. Testimoni di giustizia, parla Luigi Coppola: ho detto no al pizzo, facendo condannare 23 camorristi

AttualitàIsernia. Testimoni di giustizia, parla Luigi Coppola: ho detto no al pizzo, facendo condannare 23 camorristi

Gestire un’attività non è semplice, dove regna la malavita ancora meno. Lo dimostra l’esperienza di Luigi Coppola: originario di Pompei, come tanti suoi concittaddini aveva deciso di vivere onestamente, aprendo una concessionaria d’auto. Ma alla Camorra tutto questo non stava bene, bisognava pagare il pizzo. Luigi avrebbe potuto scegliere la strada più semplice e cedere a questa richiesta, mettendo così al sicuro i suoi affetti e la sua azienda. E invece ha fatto l’esatto contrario. Rispetto alla maggior parte degli imprenditori tartassati dalla criminalità organizzata, ha scelto di non aver paura. E’ andato controcorrente, denunciando gli estorsori. Luigi Coppola ha raccontato la sua esperienza agli studenti dell’Itis Mattei di Isernia, nell’ambito di un progetto sulla legalità. Lo spunto è stato dato dal libro «Testimoni di giustizia», del collega Paolo De Chiara, che – tra le tante – racconta anche la storia di Luigi: il suo grande atto di coraggio ha permesso di far condannare in via definitiva 23 persone per associazione mafiosa: «Non è giusto che chi lavora onestamente debab pagare altri, magari per finanziare altre attviità illecite come quella dello spaccio della droga – ha detto ai ragazzi dell’Itis Luigi Coppola -. Certo, è stata una scelta molto difficile. Ma non me ne pento. Se lo Stato ci aiuta? Non è questione di aiuti. Il problema è un altro: noi testimoni di giustizia vogliamo vivere dove siamo nati e cresciuti. Non possiamo essere sradicati e mandati altrove. Anche perché poi si rischia di finire a fare l’elemosina, oppure i disoccupati a vita. Qualcosa deve cambiare nei programmi di protezione. Io – ha concluso – mi sono intestardito e sono tornato alle mie radici. Cerco di condurre una vita più o meno normale. Pur sapendo che senza senza protezione potrebbero ammazzarmi».

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