In Italia si registrano all’incirca 500mila casi di epilessia. Grazie alla ricerca si stanno ottenendo risultati confortanti, ma c’è ancora molta strada da fare, visto che sul 20/30% dei pazienti i farmaci non hanno alcun effetto, oppure diventano inefficaci nel tempo. Di queste problematiche e delle possibili soluzioni se n’è discusso durante un incontro al Neuromed. In effetti ci sono possono percorrere anche altre strade, ha spiegato Giancarlo Di Gennaro, responsabile del Centro per lo Studio e la Cura dell’Epilessia dell’istituto di Pozzilli. Ad esempio ricorrendo alla chirurgia. «Quando i farmaci non fanno effetto – si legge in una nota dell’istituto di ricerca – per alcuni casi molto specifici, entra in campo la chirurgia, riservata alle cosiddette epilessie focali, in cui è possibile individuare una precisa e unica zona della corteccia cerebrale da cui originano gli attacchi epilettici. Proprio l’epilessia del lobo temporale rappresenta una delle forme più frequenti ed è certamente quella maggiormente rappresentata nelle casistiche di chirurgia dell’epilessia». Negli anni il Neuromed è diventato uno dei migliori Centri dell’Italia centrale e meridionale per lo studio e il trattamento dell’Epilessia. Importante il suo contributo dato alla ricerca, grazie anche al gioco di squadra tra le varie discipline. Tra gli ultimi risultati raggiunti, il primo intervento tramite l’innovativa tecnica di ‘brain computer interface’ su un paziente con epilessia farmacoresistente, eseguito qualche mese fa. «La ricerca ha fatto molti progressi – ha detto Di Gennaro – da un lato si hanno farmaci sempre più efficaci, dall’altro si effettuano interventi chirurgici che migliorano la qualità della vita del paziente. In alcuni casi si arriva anche a sospendere le cure farmacologiche. In ogni caso – conclude – gli interventi sono sempre più sicuri».
Pozzilli. Neuromed, le nuove cure per combattere l’epilessia
