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giovedì, Aprile 25, 2024

Sanità: mozione di sfiducia contro Frattura. I 5 Stelle vanno alla prova di forza con maggioranza e opposizione

AperturaSanità: mozione di sfiducia contro Frattura. I 5 Stelle vanno alla prova di forza con maggioranza e opposizione

di PASQUALE DI BELLO

Sul tema Sanità pronta una mozione di sfiducia a carico del presidente Frattura. Ad approntarla i rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Antonio Federico e Patrizia Manzo. All’orizzonte si paventa anche una conta delle opposizioni, chiamate ad esprimersi su un tema che potrebbe determinare la fine della legislatura. Stasera a Moby Dick (Telemolise) Frattura sul ring contro Iorio.

Quella che sta per aprirsi, è probabilmente la turbolenza più forte che Paolo Frattura dovrà attraversare. Già scritta e pronta per essere presentata una mozione di sfiducia preparata dal Movimento 5 Stelle. Antonio Federico e Patrizia Manzo chiedono le dimissioni del presidente Frattura in relazione alla questione Sanità, un tunnel dal quale nessuno riuscirà mai a mettere fuori la testa se non adottando soluzioni drastiche e radicali. L’esatto contrario di quelle che i politici sono disposti ad assumere. Andando a ritroso nel tempo, lo sfascio della Sanità, quello a cui oggi assistiamo, ha radici antiche che risalgono a ben prima di Frattura e Iorio e che hanno la propria genesi nella gestione politico-clientelare di marca consociativa alla quale hanno partecipato tutti i partiti presenti in Molise al tempo della Prima Repubblica. Unica esclusione, quella del Movimento Sociale Italiano, da sempre estraneo alle pastette clientelari della partitocrazia.

Detto questo, tuttavia, è innegabile che il fluire del tempo e il cambiare delle stagioni coincida con nuovi attori istituzionali. Frattura, suo malgrado, ha ereditato tutta la porcheria che la Sanità ha prodotto nel tempo ed è evidente che da tutto questo non riesca a venirne fuori. Non lo diciamo noi, lo dice ad ogni riunione il Tavolo tecnico degli occhiuti ragionieri romani. A nostro avviso, da un simile pastrocchio sedimentato da decenni, non ne verrebbe fuori nemmeno Metternich accompagnato da Barnard come consulente.

Al centro del bersaglio e della contestazione dell’opinione pubblica, come testimoniano i fatti di Agnone, c’è il presidente della Regione ed è proprio nei suoi confronti che la mozione di sfiducia in arrivo aprirà una questione politica senza precedenti. Il punto non è la mozione in sé, ma gli altarini che potrebbe svelare. In Consiglio i numeri per sfiduciare Frattura non ci sono, e poi figuratevi: a lorsignori non passa nemmeno lontanamente per la capoccia di mandare a casa se stessi insieme a Frattura e rinunciare così alla cotoletta mensile. Il discorso politico, invece, si farà interessante allorquando andremo a verificare la consistenza dell’opposizione. Per presentare una mozione di sfiducia, occorrono le firme di almeno cinque consiglieri regionali. Teoricamente i numeri ci sono, se ai cinque stelle si aggiungono i nomi del resto delle opposizioni: Michele Iorio, Angiolina Fusco Perrella, Salvatore Micone, Nicola Cavaliere, Giuseppe Sabusco e Filippo Monaco, a cui potrebbe aggiungersi anche Nunzia Lattanzio. Schierata compatta, l’opposizione può vantare nove voti sugli undici necessari a far passare la mozione di sfiducia e a decretare, di fatto, la fine della legislatura. Basterebbe che a loro si unissero i voti dei malpancisti di centro per far traballare il palazzo. Parliamo del bistrattato Vincenzo Cotugno e del mai domo Vincenzo Niro che da tempo progetta un rassemblement centrista. Ma non accadrà. Frattura troverà proprio da questa insidia nuovi alleati che correranno in suo soccorso. Non siamo noi a dirlo, è la storia politica del Molise. Qualcuno ricorda la mozione di sfiducia presentata da Aldo Patriciello ai tempi del primo esecutivo Iorio? Bene, come fini? Fini con un Camillo Di Pasquale che dalla sera alla mattina passò dalla opposizione alla maggioranza, salvando così Iorio. Ne ebbe in cambio, alle successive elezioni, un posto blindato al listino maggioritario. E’ il Molise, signori, ed è inguaribile dalla malattia del trasformismo.

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