A sentire il presidente Frattura la vicenda che riguarda i 90 operatori della Formazione professionale sembrava ormai chiusa positivamente.
A dicembre era stato addirittura sottoscritto un documento nel quale la Regione si impegnava ad avviare, in tempi rapidissimi, il progetto start up del ‘Modello di orientamento permanente’. Un progetto per il quale il governo regionale avrebbe chiesto al ministero del Lavoro l’utilizzo di 800mila euro e la collaborazione del Formez o, in alternativa, di Italia lavoro. L’annuncio, con toni trionfalistici, era stato dato dallo stesso governatore, riaccendendo la speranza per gli operatori, i cui contratti sono scaduti dallo scorso 30 settembre. Anche i sindacati sembravano aver creduto alle rassicurazioni del capo del governo regionale.
Ma da allora, di quell’impegno assunto formalmente da Frattura, non si sa più nulla. Al punto che la Cgil, ora minaccia iniziative di mobilitazione se non ci saranno novità positive.
L’attacco della Cgil alla maggioranza che governa la Regione è veemente: «La politica deve uscire dalle solite promesse e fare proposte concrete – ha denunciato il sindacato – soprattutto praticabili che valorizzino le professionalità e puntino alla rifondazione della Formazione professionale, relegata ad un ruolo di cenerentola, ormai inaccettabile. Intanto – ha proseguito – i lavoratori sono senza stipendio da ottobre. In molti casi ci sono mensilità arretrate ed ancora oggi non percepiscono alcuna forma di sostegno al reddito, rappresentato dalla cassa integrazione in deroga».
Una situazione al limite. Un disagio sociale che, come ha annunciato con tono allarmato il sindacato, rischia di esplodere da un momento all’altro in manifestazioni di protesta eclatanti.
«E’ tempo che i decisori politici si assumano le loro responsabilità – ha concluso la Cgil – elaborando proposte organiche. Vanno attivate tutte le forme di intervento necessarie che consentano al settore di poter assolvere alla sua missione».
Il tempo delle promesse e dell’attesa è scaduto.