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martedì, Settembre 16, 2025

Agnone. Don Francesco Martino: “Via anche gli anestesisti, estremamente pericoloso ricoverarsi al Caracciolo”

AttualitàAgnone. Don Francesco Martino: "Via anche gli anestesisti, estremamente pericoloso ricoverarsi al Caracciolo"

La sospensione del servizio di anestesia è solo temporanea, ma ad Agnone alle favole ormai non ci credono più: anche questo nuovo provvedimento da molti è visto come un altro passo – forse quello decisivo – verso lo smantellamento del presidio ospedaliero. Ne è convinto don Francesco Martino, cappellano del Caracciolo e responsabile della Pastorale per la salute della diocesi di Trivento: “Con lettera del direttore sanitario Asrem e del direttore del presidio ospedaliero di Isernia è stata momentaneamente sospesa la presenza di anestesisti nella struttura, sempre a causa della chiusura delle sale operatorie. Da oggi in poi non è più possibile rianimare nessuno nella struttura, perché la funzione dell’anestesista non è legata solo alle sale operatorie, ma anche alla rianimazione dei pazienti in tutto il presidio. Per cui diventa estremamente pericoloso essere ricoverati qui”. Secondo il parroco – ma non è il solo a pensarla così – la chiusura delle sale operatorie per effettuare dei lavori urgenti in realtà mai iniziati, ha fornito il pretesto per prendere altri provvedimenti che di fatto fanno venire meno il concetto di ospedale in Alto Molise. Per don Francesco si mettono dunque a serio rischio i pazienti: “Sono stati presi dei provvedimenti susseguenti esagerati in merito al personale. Di fatto determinano una chiusura dell’ospedale. Per cui inviterei tutti i pazienti a non ricoverarsi qui, perché è estremamente pericoloso”. Questi provvedimenti naturalmente hanno messo in ginocchio anche il reparto di chirurgia: “Ovviamente in queste condizioni la chirurgia non esiste più. Con lo stop ai ricoveri, l’impossibilità di operare, con i chirurghi trasferiti al pronto soccorso in una funzione impropria e anche in numero insufficiente, credo che ormai sia stata determinata per lunghi mesi anche la chiusura della chirurgia”. Per il cappellano del Caracciolo una via d’uscita ci sarebbe, ma occorre tanta buona volontà. Ma soprattutto muoversi in fretta: “Servono medici di medicina e chirurgia d’urgenza e di accettazione al pronto soccorso. Bisogna rapidamente eliminare un bagno nella sala operatoria C e aperta la climatizzazione con la finestra esterna. Inoltre dovrebbero partire immediatamente i lavori. Ma devono comunque essere ripristinate almeno la pronta disponibilità dei medici in pronto soccorso e anche degli anestesisti”, ha concluso don Francesco. Dal canto proprio il comitato articolo 32 parla di palese violazione della legge, a maggior ragione perché non si è tenuto minimamente conto della sospensiva del Tar Molise: “Mentre tutte le altre regioni italiane – ha detto Franco Di Nucci – stanno individuando gli ospedali di area disagiata, nel Molise pare che questo ragionamento non venga compreso. Evidentemente non si comprende che realtà come queste obbediscono alla logica dell’essere servite dal punto di vista dell’emergenza/urgenza sanitaria. Non possono essere abbandonate: è la Costituzione stessa che lo dice. Per cui – ha concluso – mi pare che sia una grande, immensa irresponsabilità giuridica”.

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