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giovedì, Settembre 25, 2025

Operazione “Chiavetta magica”, tornano a lavoro i 15 dipendenti Fiat indagati

AttualitàOperazione "Chiavetta magica", tornano a lavoro i 15 dipendenti Fiat indagati

Si sono ripresentati ai rispettivi posti di lavoro, dopo le festività natalizie, i 15 dipendenti della Fiat di Termoli che erano rimasti coinvolti nell’inchiesta «Chiavetta magica».

Si tratta di operai, e lavoratori delle ditte esterne finiti nelle indagini condotte dalla Procura di Larino sulla mega truffa delle chiavette clonate per l’acquisto di snack e bibite dai distributori di quattro stabilimenti FIAT del centro sud. Le indagini erano partite un anno fa dalla denuncia della società che gestisce i distributori automatici di snack e bevande allo stabilimento Fiat di Termoli. Un ammanco di decine di migliaia di euro che cresceva di mese in mese nonostante l’effettivo utilizzo quindi il pagamento dei prodotti con le chiavette. In pochi mesi i Carabinieri erano riusciti ad accertare che le ricariche non venivano fatte nel distributore ma sfruttando un sowtfare che falsificava il sistema di pagamento e consentiva di realizzare la truffa sempre con la stessa modalità. L’inchiesta ‘chiavetta magica’ coordinata da procuratore di Larino, Ludovico Vaccaro e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Termoli in collaborazione con i militari di altre stazioni ha portato alla luce un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e all’alterazione degli strumenti di pagamento. Dalle indagini è emerso che il promotore dell’associazione, un operaio di 52 anni dello stabilimento di Termoli, aveva scoperto il modo di clonare le chiavette tramite un dispostivo collegato al computer. Da una prima stima il valore della truffa arriva a trecentomila euro e i dipendenti indagati sono oltre cento non solo all’impianto di Rivolta del Re ma anche alla Sevel di Atessa, all’ex Sofim di Foggia e alla Fiat di Pratola Serra.  Inizialmente delle quindici persone coinvolte sette finirono in carcere, le altre ai domiciliari. Oggi hanno invece tutte l’obbligo di firma.

Tra qualche giorno i legali degli indagati presenteranno al Gip del tribunale di Larino la richiesta di totale ritorno alla libertà, anche alla luce del rientro in fabbrica. Ma nel frattempo le indagini della Procura vanno avanti

 

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