La scoperta della Penicillina ha cambiato la storia della medicina e della farmacologia italiana ed internazionale.
Una scoperta sensazionale che parla molisano, perché molisano è il suo scopritore: Vincenzo Tiberio, nato a Sepino il primo maggio del 1869. A cento anni dalla sua morte, che ricorre proprio oggi, sono ancora in tanti ad ignorare l’importanza dei suoi studi, il contributo che ha dato al mondo scientifico.
Sì, perché, erroneamente a quanto si sia detto in questi anni, la scoperta del potente battericida non è da attribuirsi ad Alexander Fleming, premio nobel per la medicina, ma al medico igienista, giovane e poco conosciuto nel mondo scientifico dell’epoca. Fu proprio il molisano, infatti, a pubblicare, nel 1895, all’interno della rivista Annali di Igiene sperimentale, uno studio sugli estratti di alcune muffe.
Una pubblicazione che anticipò di ben 34 anni, il lavoro di Fleming sullo stesso argomento. Una scoperta che rivoluzionò i metodi per la cura delle infezioni provocate da batteri come stafilococchi e streptococchi.
La famiglia di Vincenzo Tiberio da anni si batte affinché al medico sia riconosciuta la paternità dell’importante scoperta, è una questione di giustizia, dicono i nipoti.
Il Molise sta organizzando iniziative per celebrare la figura del medico Tiberio. Campobasso da anni gli ha intitolato una strada, il Comune di Sepino organizzerà una manifestazione, mentre l’università del Molise gli ha intitolato il dipartimento di Medicina e scienze della salute.
Ma è ancora poco, troppo poco. Il mondo scientifico su questo argomento continua a nascondersi dietro il silenzio. A cento anni dalla sua morte, va ripristinata la verità su Vincenzo Tiberio.