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giovedì, Aprile 25, 2024

Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Petraroia. Panico in Regione, Frattura verso l’azzeramento della Giunta

EditorialiLo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Petraroia. Panico in Regione, Frattura verso l’azzeramento della Giunta

di PASQUALE DI BELLO

Con il proprio voto di astensione alla delibera di Giunta che ha revocato le autorizzazioni per gli impianti a biomasse, Michele Petraroia ha aperto la crisi regionale. Un caso di schizofrenia politica, quello del vicepresidente della Giunta Frattura, che nasconde indicibili retroscena e palesi fallimenti

Quando il consigliere Michele Petraroia era ancora lui, stava seduto esattamente dove ora siede il consigliere Nunzia Lattanzio. Noi, che allora come ora stavamo allo stesso posto, cioè tra i banchi della Stampa, ce lo ricordiamo bene e ben ricordiamo le sue lunghissime maratone oratorie. Su tutto e, in particolare, quella sulla tutela dell’ambiente. Ore di interventi e pagine di resoconti, tutto agli atti del Consiglio regionale per chi abbia voglia e tempo per andare a rileggere. Da allora, dal tempo dell’opposizione dura e pura, molte cose sono cambiate. Innanzitutto la prospettiva. All’epoca, se ci capite, Petraroia ci toccava vederlo di schiena, cosa che nonostante tutto ci pare infinitamente migliore della visione attuale: quella di prospetto e a testa bassa sui banchi del governo regionale.

Di Petraroia, come da giorni andiamo scrivendo, ce ne sono due. Ma più che un clone, come in un primo momento avevamo ipotizzato rileggendo la storia della pecora Dolly, in realtà si tratta sempre della stessa persona, dello stesso corpo che però subisce improvvise trasformazioni, mutando d’aspetto e d’indole. Al Petraroia, pacato e riflessivo, alto, elegante, interista (che è una virtù) e – dicono in assessorato – bello e apprezzato dal gentil sesso, sempre più di frequente se ne sta sostituendo un altro: basso, gobbo (appellativo dato a Firenze ai tifosi della Juve), con braccia corte e mani pelose e tozze, e pure una barbetta a frasca sulle gote. Chi lo ha visto pararsi d’improvviso davanti nei meandri del Palazzo (Frattura è uno tra questi), giura che nulla lo distingua dal terribile Mr. Hyde partorito dalla fantasia del celebre scrittore scozzese Robert Louis Stevenson. Prendendo a prestito quel capolavoro del brivido, potremmo rinominare così il volume: “Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Petraroia”.

Ma cos’è accaduto? Dopo mesi di discussioni, concioni, manifestazioni, presidi, urla, strilli, mozioni, contromozioni, ordini del giorno e pure della notte, la Giunta Frattura ha disposto la revoca delle autorizzazioni per le famigerate centrali a biomasse il cui insediamento era stato previsto nell’area del Matese. Il giallo, e l’ombra di Mr. Petraroia, appare all’atto della votazione del deliberato di Giunta. A favore votano Frattura, Facciolla, Nagni e Scarabeo mentre Petraroia si astiene. Senza motivo esplicito. La delibera passa a maggioranza e delle ragioni dell’astensione nessuna traccia. Tradotto in termini politici, questo equivale all’apertura di una crisi nel governo Frattura. Il governatore, per le vie brevi, ha già fatto sapere che procederà all’azzeramento della Giunta. Quella in atto è una vera e propria resa dei conti all’interno del governo regionale, all’interno del PD e all’interno della maggioranza. Petraroia non è solo l’assessore al Lavoro del governo regionale ma è anche il vicepresidente della Giunta. Un vice che, di fatto, si è messo in contrapposizione al titolare della ditta.

A capirlo, immediatamente, è stata quella vecchia volpe di Michele Iorio che ha chiesto, in Consiglio regionjale, le dimissioni di Petraroia. Panico! Riunione di maggioranza e rientro in aula dove, formalmente, il tema biomasse è stato portato da Frattura. Il presidente ha chiesto, è ottenuto, una votazione che sancisse un indirizzo politico ben preciso: quello della tutela rafforzata per l’area del Matese, “intesa a preservare le caratteristiche paesaggistiche, naturalistiche, idriche, archeologiche, speleologiche e paleontologiche delle montagne e dei borghi che la compongono”. Il corsivo, è tratto testualmente dal dispositivo della delibera sulla quale Petraroia, alfiere dell’ambientalismo, si è astenuto. Sullo stesso deliberato, portato in Consiglio, Petraroia ha votato favorevolmente. Nell’uno e nell’altro caso lui, loquace sino alla logorrea, ha taciuto.

I molisani, invece, vogliono sapere da chi sono governati, posto che né la scienza medica e nemmeno la letteratura hanno ancora detto parole chiare sulla schizofrenia politica. Queste possono dirle solo in due. Frattura o Mr. Hyde-Petraroia.

Il caso, che taluni riconducono ad una questione di eventuali responsabilità patrimoniali, a nostro avviso si presta ad una diversa lettura. E’ un dato di fatto che Petraroia abbia fallito e disatteso in pieno la delega a lui assegnata, questo in ogni ambito: dal Lavoro, alla Formazione, alle Politiche sociali e persino ai Molisani nel mondo. La conseguenza naturale di un simile disastro, sarebbe una sola: dimissioni immediate. Ma quella del passo indietro, è una soluzione che certificherebbe il fallimento. Petraroia, mettendosi di traverso, in realtà mira ad essere revocato, trasformandosi così nell’eroe di quella sinistra che sta già pensando alla sostituzione di Frattura al prossimo giro di giostra. Questo Frattura lo ha ben capito e per questo ha programmato l’azzeramento della Giunta. Solo ritornando al “Via”, come al Monopoli, la partita potrà riprendere. Azzerando l’esecutivo, e aprendo ad un rimpasto che coinvolgerà i partiti, a far fuori Petraroia ci penserà la coalizione. Nel frattempo, ai molisani costretti ad assistere a queste sceneggiate da manicomio, più che le masse, saranno andati a fuoco i coglioni.

 

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