Stando alle accuse, alcuni ospiti venivano chiusi a chiave nelle loro stanze per un’intera giornata, altri venivano sedati o legati al letto con i lacci. Quando dovevano lavarsi venivano fatti spogliare completamente e messi in fila nel corridoio. Alcuni di loro erano costretti a dormire su letti privi di materasso o su lenzuola sporche, in condizioni igieniche precarie. E chi non obbediva alle direttive di infermieri e operatori socio-sanitari veniva percosso. Le indagini dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni di Campobasso, coordinate dal sostituto procuratore di Isernia Federico Scioli, sono partite un anno fa. Al centro dell’inchiesta la residenza socio sanitaria per anziani di Montaquila. Tra gli ospiti anche persone colpite dalla malattia di Alzheimer e giovani tra i 25 e i 40 anni affetti da problemi psichici o neurologici. Si parla di circa 180 persone assistite, a quanto pare in un numero oltre il massimo consentito, per una retta di 1.200 euro al mese. Nelle prime ore di questa mattina i militari del Nas del capoluogo di regione molisano e di Napoli, Bari, Salerno e Foggia, oltre ai colleghi dei comandi provinciali dell’Arma di Isernia e Campobasso, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Isernia. Sono stati disposti gli arresti domiciliari per 13 persone. Tra loro Francesco Rossi, titolare di fatto e medico della struttura, oltre che sindaco di Montaquila. I reati ipotizzati sono di maltrattamenti, sequestro di persona, lesioni, percosse e abbandono di persone incapaci. Indagate a vario titolo anche altre 19 persone. In tutto sono 32 le persone coinvolte tra medici, fisioterapisti, operatori sanitari, sociali e amministrativi della residenza per anziani. Decisive in questa inchiesta le immagini registrate dalle telecamere nascoste durante la fase delle indagini o nel corso di un’ispezione avvenuta nei mesi scorsi. Durante la conferenza stampa, il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, ha parlato di immagini terribili, “troppo crude per essere diffuse. Più che una casa per anziani era un luogo di detenzione – ha detto il magistrato -: gli accostamenti con i lager nazisti non sono fuori luogo”. Dal canto proprio il comandante del Nucleo antisofisticazioni di Campobasso, il capitano Antonio Forciniti, ha spiegato alcuni retroscena dell’indagine, partita grazie alla segnalazione di un’anziana ricoverata nella struttura: “Ha provato sulla propria pelle quanto ci aveva raccontato. Le indagini ha permesso di ottenere riscontri”.