Si è chiusa sotto la pioggia battente la lunga giornata dei manifestanti di Campochiaro. Centinaia e centinaia di persone, di ogni età, estrazione sociale, tutte insieme a difendere il proprio territorio e la salute dall’installazione della centrale a biomasse che la società Civitas ha deciso di realizzare proprio su un appezzamento di terreno nel comune di Campochiaro.
Le ruspe, che all’alba erano entrate in azione, scortate da un gran numero di carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa, si sono fermate per la notte. I quattro operai impegnati nei lavori di escavazione hanno lasciato il cantiere intorno alle 16, tra i fischi e gli insulti del manifestanti. Torneranno domattina, per riprendere il loro lavoro.
Una giornata ad alta tensione, quella che si è vissuta davanti al cantiere. Poliziotti e carabinieri ovunque. Gente, tanta gente arrivata dall’intera area del Matese per manifestare il dissenso, forte, nei confronti della Regione che ha autorizzato la centrale di Campochiaro e quella di San Polo Matese.
A nulla sono serviti gli appelli al prefetto di Campobasso, al presidente Frattura, fatti dal sindaco di Campochiaro, Antonio Carlone e dagli altri primi cittadini della zona che ora fanno fronte comune contro le biomasse.
Un fronte comune sostenuto anche dal presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis che ha annunciato iniziative legali per bloccare l’iter amministrativo delle concessioni. Domani, 3 ottobre, si terrà il Consiglio provinciale sull’argomento per ribadire i no ai due impianti.
La lunga giornata di Campochiaro si è chiusa con la conferenza stampa, organizzata proprio davanti al cantiere, sotto un gazebo allestito dai manifestanti, dall’ex presidente della Regione, Michele Iorio, dalla consigliera regionale Angela Fusco Perrella e dal senatore del Nuovo Centrodestra, Ulisse Di Giacomo. Sono arrivati anche gli attivisti del Movimento 5Stelle e il Guerriero Sannita. Non sono mancati momenti di tensione ma gli esponenti politici del centrodestra hanno annunciato che metteranno in campo ogni iniziativa per far revocare le due determine dirigenziali. Una volontà, questa, condivisa per altro dall’intero Consiglio regionale, che ha votato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il governatore Frattura e fare tutto ciò che è in suo potere per annullare le autorizzazioni. In realtà Frattura si è limitato a chiedere un parere alla dirigente del settore Energia della Regione circa la possibilità di annullare le determine. La risposta, giunta nel giro di sei giorni, parla della necessità di ripartire con le conferenze dei servizi tra tutti i soggetti che all’epoca diedero parere favorevole.
Intanto, dopo giorni di silenzio assoluto, il presidente della Regione Frattura, in tarda serata è uscito allo scoperto, affidando la sua posizione ad un comunicato stampa che pubblichiamo integralmente.
“Per chiarezza, “il silenzio, la latitanza”, tutto quanto rinfacciato al sottoscritto in questi giorni, sono dovuti soltanto a qualche motivo di salute che mi auguro di superare al più presto.
I sindaci dei comuni matesini mi chiedono di bloccare le autorizzazioni per la realizzazione di una centrale a biomassa di 0.999 MWe rilasciate a seguito del parere favorevole espresso in Conferenza dei servizi dalla Provincia di Campobasso, dall’Arpa Molise e dai Servizi regionali di valutazione ambientale, biodiversità e sviluppo sostenibile e tutela ambientale. Questi soggetti, tutti, hanno espresso parere favorevole all’impianto. Malgrado questo, ora si prova ad ignorare che un minuto dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale della mozione che mi impegnava a provvedere per l’annullamento delle autorizzazioni ho interpellato il dirigente del Servizio energia della Regione Molise affinché si attivasse sulla vicenda. Dando atto al dirigente della tempestività e della professionalità dimostrate, la risposta è arrivata in tempi altrettanto, anzi, straordinariamente celeri. Noi per primi, anche e forse soprattutto come padri di figli che si vorrebbe veder crescere e diventare adulti a casa propria, perseguiamo l’idea di uno sviluppo compatibile con il nostro ambiente, patrimonio che intendiamo tutelare e valorizzare con i fatti non con i divieti a prescindere.
Prima di tutto per noi viene il rispetto della legge, la sola che tutela i cittadini e la loro salute, e nel rispetto della legge ci stiamo muovendo, tutti, per trovare una soluzione che però non metta la Regione nelle condizioni di caricarsi di decisioni che spettano anche ad altri.
Non mi sono candidato né sono stato eletto per lasciare a chicchessia la possibilità di mettere sotto scacco l’ente che mi onoro di guidare. Questo sia chiaro a tutti. Chi governa ha il dovere di assumersi la responsabilità di governare: qualora l’ufficio competente mi indicherà anche un solo motivo, un solo cavillo, per bloccare le autorizzazioni in questione non avrò la benché minima remora a farlo. Lo farò, ancorché – e lo preciso agli amministratori che mi hanno diffidato – la facoltà sia in capo, come indicato anche dal dirigente regionale, ai soggetti che hanno autorizzato.
Ci fa specie vedere il centrodestra, oggi minoranza in Consiglio regionale, che per anni ha amministrato, e tutti sappiamo come, la nostra Regione, sbracciarsi al fianco dei manifestanti. Ci fa specie ancora di più vedere l’ex governatore Michele Iorio vestire i panni dell’ambientalista dell’ultim’ora. Tanto per esercitare la memoria prima mia e poi degli altri, con delibera n.60 il 4 febbraio 2011 Michele Iorio approvava, con i suoi assessori, compresa la consigliera Angiolina Fusco Perrella, altra estemporanea paladina della difesa dell’aria matesina, l’incremento di dotazione finanziaria con contestuale approvazione di graduatoria per progetti di impresa innovativa, tra questi la società Di Zio Costruzioni Meccaniche spa per la realizzazione di una centrale di produzione di energia elettrica da biomassa a ciclo ibrido combinato da 10MWe alimentata a pollina ed etanolo. Il megaimpianto che, misteri di una informazione che ricerca in ogni dove presunti conflitti di interessi, oggi fa molto meno notizia del ben più piccolo impianto da 0,999.
Dunque, sebbene sia forte e convinta la tentazione di ignorare certe virate lontane dalla correttezza e dall’etica che pure gli amministratori dovrebbero porre a fondamento dell’alto incarico ricevuto dai cittadini, il momento della chiarezza, di una valutazione di principio, se preferiamo, sulla centrale a biomassa in costruzione nel nucleo industriale di Campochiaro è arrivato.
Nulla di più comodo che fermarsi e arrestare ogni possibile processo di sviluppo e lavoro nel nostro Molise, parando la propria inadeguatezza in termini di programmazione e gestione dietro le nobili bandiere della tutela ambientale. Nulla di più semplice che assecondare l’onda di un’indignazione legata a slogan di ambientalismo spicciolo privi di qualsiasi sostanza, studio e approfondimento, senza ingegnarsi, preoccuparsi, muoversi per dare un futuro di competitività e crescita al nostro territorio. Nulla di più facile che mettersi a capo di una protesta popolare, che, per quanto lecita e legittima e per questo da rispettare e considerare, non si sofferma su dati oggettivi ma si concentra su inesistenti spettri futuri. Potremmo farlo anche noi, accusati di indifferenza e assenza. Potremmo anche noi seguire l’esempio di certi presidenti di Provincia, l’ente, lo ricordiamo, che ha espresso parere favorevole alla centrale oggi rinnegata. Potremmo fare come Rosario De Matteis, che, scevro di qualsiasi forma di coraggio nella difesa di vecchie scelte e decisioni, recupera adesso un insolito coraggio di facciata per smentire se stesso. Parafrasando Don Abbondio, se uno il coraggio della coerenza e della lealtà non ce l’ha non se lo può dare. “Non so se il riso o la pietà prevale”, direbbe Leopardi.
Tutto questo a chi abbia ancora un po’ di buon senso e desiderio di arricchire di opportunità il nostro Molise è già abbastanza per capire, tutti insieme, se e in che modo vogliamo creare le condizioni di crescita per il nostro territorio e per i nostri figli oppure arrenderci, tirando i remi in barca. In quell’area, dove da sempre gravitano imponenti impianti produttivi, per le cui difficoltà siamo tacciati, spesso crocifissi, di inerzia, possiamo fermarci e non andare avanti, ma non lamentiamoci poi che in Molise non c’è lavoro.
Il lavoro lo si crea seguendo la norma non gli slogan che qualche amministratore, il cui tempo è bell’e scaduto, cavalca sapendo di nuocere soltanto al domani del Molise e dei molisani. È con il rispetto delle regole che si tutela l’ambiente”.