Bojano e con essa l’intera area matesina si preparano a vivere una giornata importante da cui potrebbe dipendere il futuro della zona e dei suoi abitanti.
La manifestazione contro le biomasse prevista per domenica 28 settembre, racchiude un significato strategico sulla politica energetica della Regione. Il dissenso contro i due impiant previsti a Campochiaro e San Polo Matese si allarga a macchia d’olio: cittadini, sindaci, associazioni ambientaliste, sindacati. Tutti compatti nel dire no alle centrali che stanno epr atterrare nel cuore del Molise. Uno scempio che avrebbe conseguenze gravissime sulla salute dei cittadini e sull’ambiente.
Intanto, anche il vescovo della diocesi di Campobasso-Bojano, Giancarlo Bregantini, ha assunto una posizione forte e netta sulla vicenda. Una posizione chiara sulle due centrali a biomasse che dovrebbero essere realizzate su un’area tra le più belle del Molise, se non d’Italia dal punto di vista naturalistico.
Chiede, Bregantini, a chi ne il potere, di fermare subito i lavori, «iniziati con troppa fretta e superficialità. E visti i continui cambi di proprietà delle aziende che hanno in capo gli impianti, il vescovo esprime il dubbio che in futuro possano esserci pericolose infiltrazioni malavitose. «Ancora una volta – ha precisato – si registra il dispiacere di vedere che davanti a scelte di tutti non si è ascoltato il parere di tutti. La nostra popolazione andava invece ben informata e consultata come forma vera di partecipazione democratica», è il monito del vescovo.
Bregantini ha poi ricordato quelle che sono le peculiarità, le specificità del Molise, «che ha ben altre vocazioni – ha detto – Si tratta di continuare sulla strada della valorizzazione del tipico che il Matese, da sempre, esprime con abbondanza: ambiente curato, paesaggio ricco di biodiversità, la tradizionale industria casearia locale, senza parlare, poi, del rispetto del tratturo, in armonia con la civiltà contadina».
Infine il vescovo ha concluso il suo appello citando le parole di papa Francesco: «Le tante foreste dell’Amazzonia, spogliate di tutto, diventano terra che non può dare vita. Questo è il peccato nostro: di sfruttare la terra e non lasciare che lei ci dia quello che ha dentro!Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato!».
Un affondo durissimo, forse senza precedenti, da parte del vescovo Bregantini, che dopo aver raccolto informazioni di natura tecnica e scientifica ed aver raccolto la preoccupazione delle popolazioni del Matese e dei sindaci è uscito allo scoperto, contestando apertamente il governatore Frattura.
Che nel frattempo, nonostante il clamore che si sta generando attorno all’istallazione dei due impianti, è rimasto in silenzio.