Approda in Consiglio regionale la complessa vicenda collegata all’installazione di due centrali a biomasse, rispettivamente a Campochiaro e San Polo Matese.
L’aula discute due mozioni presentate da Michele Iorio e Antonio Federico per revocare o sospendere l’autorizzazione già concessa dalla Regione.
Come noto, sono stati approvati due progetti per insediare un impianto da 0,999 megawatt riconducibile ai soci del presidente Paolo Frattura e un altro di ben 7 megawatt elevabili a 35 alimentato con i rifiuti dei polli.
Contro gli insediamenti si sono già mobilitati i sindaci dell’area del Matese e le associazioni ambientaliste che presidieranno i lavori di palazzo Moffa insieme a semplici cittadini.
Le amministrazioni comunali interessate hanno già preannunciato ricorso al Tar, mentre qualche associazione ha già presentato un esposto in Procura.
A far sentire la loro voce sono anche i produttori caseari e i circa cinquemila cercatori di tartufi che hanno incontrato il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis per protestare contro le centrali e per annunciare eclatanti iniziative pubbliche.
Dal canto suo, l’associazione Matese Arcobaleno ha invitato i cittadini a partecipare sia alla seduta del Consiglio regionale che ad una ulteriore iniziativa prevista per domenica prossima a Bojano.
In particolare, Matese Arcobaleno ha invitato l’arcivescovo di Campobasso- Bojano, Giancarlo Bregantini a prendere posizione per sostenere i sindaci e le associazioni stesse in questa che definiscono battaglia in difesa dell’area del Matese.
«Bregantini – ricordano dall’associazione – in occasione della visita del Papa a Campobasso aveva richiamato tutti alla difesa della terra esortando la Chiesa locale verso tre impegni: culturale, speranza nel futuro e denuncia di eventuali disastri ambientali».
In settimana è previsto anche un convegno alle Cupolette di Vinchiaturo per analizzare le ricadute negative dei due impianti sulla salute dei cittadini e sul possibile incremento di malattie tumorali per le popolazioni residenti nell’area.
Secondo indiscrezioni, però, le società titolari dei progetti approvati avrebbero già iniziato i lavori senza alcuna intenzione di bloccare gli insediamenti.