Hanno atteso qualche giorno, giusto il tempo di metabolizzare le accuse partite da Confcooperative. Ma ora i sindacati confederali, sentitisi tirati in ballo, passano al contrattacco e respingono al mittente le critiche. Sul tappeto la spinosa quanto dolorosa (per i dipendenti) vicenda Gam. L’azienda avicola di Bojano, fiore all’occhiello dell’agroalimentare molisano è praticamente ferma da circa un anno. Da quando l’azienda si è fermata sono stati pronunciati fiumi di parole, fatte tante, troppe promesse.
Sono stati ipotizzati progetti di rilancio che sono rimasti tali, solo progetti, appunto. Era arrivato anche un imprenditore, da fuori regione, intenzionato a rilevare l’intera attività. Ma è scappato a gambe levate quando si è reso conto della situazione. E non ci riferiamo solo a quella dell’azienda. Il quadro complessivo non lo ha convinto.
E così, a distanza di un anno siamo punto e a capo. L’unica iniziativa rimasta in piedi, la socializzazione d’impresa sostenuta con forza da Confcooperative per un investimento complessivo di oltre 31milioni di euro, sembra essere sfumata. Pure quella.
Ed allora Confcooperative ha lanciato l’ultimatum alla Regione ed ai sindacati: “Se entro settembre non si muove nulla, saremo costretti a tirarci indietro per evitare di finire sul banco degli imputati per un fallimento che non è dipeso da noi”, aveva minacciato qualche giorno fa il presidente, Domenico Calleo. Che per l’occasione aveva attaccato la Regione che, secondo gli accordi, dovrebbe sborsare 16 milioni di euro, reperendoli dal Psr. Ma ad oggi non avrebbe fatto ancora nulla, mettendo seriamente a rischio il progetto. Ma Calleo aveva buttato nella mischia anche i sindacati, che avrebbero espresso perplessità sul piano di rilancio, senza tuttavia confrontarsi con Confcooperative, mettendo in atto, insomma, un ostruzionismo ‘silente’.
A questo punto è scattata la replica dei sindacati, che hanno messo sul tavolo del confronto il riconoscimento dell’area di crisi, utile comunque , ma hanno anche respinto con decisione le accuse di presunto immobilismo.
E poi la sollecitazione al presidente della Regione Frattura a dire con chiarezza, una volta per tutte, come stanno le cose, Dirlo ai tanti lavoratori che hanno perso tutto. Dirlo alle loro famiglie. Perché ormai siamo giunti al dunque. E’ arrivato il momento di decidere sul destino della Gam, delle centinaia di dipendenti e su quello di Bojano, una città ormai in ginocchio, morta insieme alla Gam.