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lunedì, Settembre 22, 2025

L’Anm: Corte d’Appello, sopravvivenza legata a un filo. A rischio i tribunali di Larino e Isernia, quello dei minori e altri presìdi giudiziari importanti

AttualitàL'Anm: Corte d'Appello, sopravvivenza legata a un filo. A rischio i tribunali di Larino e Isernia, quello dei minori e altri presìdi giudiziari importanti

di ANNA MARIA DI MATTEO

La sopravvivenza della Corte d’Appello di Campobasso sembra essere appesa ad un filo. Un filo sottilissimo che rischia di spezzarsi da un momento all’altro e nel Molise c’è una sensazione di impotenza dinanzi  a quello che sembra essere un disegno predefinito, studiato a tavolino  dal governo centrale per porre rimedio a quella ‘situazione stravagante’, come ha definito il ministro della Giustizia Orlando, l’esistenza della Corte d’Appello in una regione, come il Molise,  ha ancora aggiunto, sprezzante, che ha meno di abitanti di Roma.

Ed allora, nonostante il dado sembri essere drammaticamente ormai tratto, sono partite le iniziative, dal Molise, per scongiurare l’attuazione di un piano da più parti giudicato sciagurato.

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati  del Molise, Vincenzo Di Giacomo, insieme con il segretario della stessa associazione, Nicola D’Angelo e con il presidente dell’ordine distrettuale forense di Campobasso, Demetrio Rivellino, ha incontrato i giornalisti per riferire dell’incontro avuto con il sottosegretario alla Giustizia Cosimo  Ferri ma soprattutto per rilanciare, con maggiore vigore, l’allarme per le gravissime conseguenze che la soppressione della Corte d’Appello avrebbe sull’assetto giudiziario e sull’economia dell’intera regione.

In effetti, dall’incontro con il sottosegretario non sono emerse novità di rilievo. Perché il rappresentante del governo si è limitato a descrivere quella che è la situazione. Ha tuttavia assicurato che lo schema di disegno di legge governativo, quello, per intenderci, che contiene la revisione dell’assetto giudiziario del Paese, pur essendo pronto, non sarà portato all’attenzione del prossimo Consiglio dei ministri, quello del 13 settembre. Ma questo non vuol dire che il Governo abbia cambiato idea. Tutt’altro.

L’allarme resta altissimo e Di Giacomo ha annunciato che chiederà un incontro non solo con il ministro alla Giustizia Orlando, quello stesso Orlando che sembra aver già condannato la Corte d’Appello molisana, ma anche con il premier Renzi.

Insomma, tutte le strade vanno battute per evitare che il percorso intrapreso dal Governo giunga a destinazione. In quel caso, insieme con la Corte d’Appello, con effetto immediato, verrebbero cancellati i tribunali di Larino ed Isernia, gli uffici della Procura generale, il tribunale di sorveglianza, quello dei minori, la procura presso il tribunale dei minori. Non solo: nel disegno di soppressione verrebbe coinvolta la Procura distrettuale antimafia, con le sue articolazioni: il Ros, lo Sco ed il Gico, senza considerare, poi, il ridimensionamento degli altri presidi giudiziari come l’Avvocatura distrettuale dello Stato, il Tar, la Corte dei Conti. E che dire, poi, dei disagi e dei costi che i cittadini dovrebbero sostenere dovendosi spostare in un’altra sede giudiziaria, presumibilmente quella de L’Aquila, nella migliore delle ipotesi?

Chi sarebbe più disposto ad investire in una regione ormai priva di presidi giudiziari? Che fine farebbero le attività commerciali, l’indotto del settore della Giustizia?

Se le saranno poste queste domande i tecnici del Governo Renzi, interessati solo a tagliare per ridurre i costi e rendere la giustizia più efficiente? Probabilmente no. Ma intanto dal Molise, l’Anm ha già pronto il pacchetto di proposte per evitare la chiusura della Corte d’Appello ma al tempo stesso per ridurre ad un anno i tempi per la  pubblicazione delle sentenze definitive. Insomma, la possibilità per mantenere in vita la giustizia in Molise esiste. Ma viene da chiedersi se esista, invece una volontà politica di  mantenere in vita non solo la giustizia, ma una intera regione. Dai segnali che arrivano da Roma sembrerebbe di no. Speriamo di essere smentiti con i fatti.

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