di FABRIZIO OCCHIONERO La trattativa riguarda più di ottantamila lavoratori del gruppo, quasi duemila e cinquecento sono impegnati nello stabilimento di Termoli. Per ora non c’è intesa ma rottura tra azienda e sindacati sul rinnovo del contratto di primo livello. Il nodo da sciogliere resta in particolare sulla parte della retribuzione che continua a creare frizioni a causa della crisi; meno dubbi invece sulla parte normativa.
<<Il contratto è in alto mare – ha osservato Riccardo Mascolo, segretario regionale della Fim Cisl – invitiamo pertando la Fiat a riprendere e chiudere la trattativa perché come sindacato abbiamo già dimostrato responsabilità con i fatti sottoscrivendo gli accordi degli ultimi tempi. L’auspicio – ha osservato Mascolo – è quello di poterlo fare al più oresti perché siamo in ritardo di sei mesi>>.
Intanto allo stabilimento di Termoli continua il ricorso alla cassa integrazione. Anche a luglio sono già previsti tre giorni di stop nei vari reparti secondo il calendario comunicato dalla direzione azienda. A Pantano Basso si aspettano i risvolti nel nuovo piano industriale dal quale, in base alle aspettative, beneficerà anche la fabbrica più importante della regione con il possibile aumento della produzione di motori con il mini suv della Jeep da assemblare a Melfi.
