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sabato, Novembre 22, 2025

Sbrocca – Marone, un ballottaggio per Termoli e per la Regione

AperturaSbrocca - Marone, un ballottaggio per Termoli e per la Regione

di PASQUALE DI BELLO

La contesa termolese tra Angelo Sbrocca e Michele Marone che il prossimo 8 giugno partorirà il prossimo sindaco della cittadina adriatica ha risvolti che vanno oltre il dato locale. Da Termoli, e dal nuovo sindaco, può partire una battaglia geopolitica destinata a cambiare gli assetti del potere regionale.

Pizzicati dalla tarantola della politica Angelo Sbrocca per il centrosinistra e Michele Marone per il centrodestra si sfideranno nel prossimo ballo di San Vito in programma domenica 8 giugno a Termoli. Reduci da un sostanziale pareggio al primo turno, al suono dei tamburi e al battere delle chitarre cominceranno a pestare con passo ritmato il palco e si avvieranno al secondo, tentando di esorcizzare i comprensibili tic, le inevitabili paure e i tabù nascosti che li hanno portati al duello finale. Dal tic dell’apparentamento, alla paura di una sconfitta sul filo di lana al tabù di una sfida che vede contrapposta da un lato e dall’altro gli eredi della vecchia democrazia cristiana. Perché di questo si tratta: Termoli democristiana era e democristiana resta.

Sono tuttavia altri i significati che si possono dare al voto termolese e i ruoli metamministrattivi del futuro primo cittadino. Il turno di ballottaggio che a Termoli vede protagonisti Angelo Sbrocca per il centrosinistra e Michele Marone per il centrodestra, assume una valenza che travalica il dato locale e si proietta su un quadro più ampio, quello regionale, che non avrà certo contraccolpi immediati dalla contesa termolese ma che, a lungo andare, ne subirà l’influenza. Vediamo di capirci. Attorno a Sbrocca e Marone, entrambi volti nuovi e quindi entrambi meritevoli della fascia tricolore senza alcuna ombra da scarrellarsi o macchia da mondare, si verificherà una fortissima polarizzazione del voto prossimo venturo. I due poli, entrambi forti ed equivalenti, giocheranno una partita che fra tre anni e mezzo ritroveremo sul campo molisano quando si tornerà a votare per la scelta del nuovo presidente della Regione e del Consiglio che lo accompagnerà.

Ad Angelo Sbrocca e Michele Marone – o meglio chi tra essi prevarrà – toccherà non solo un ruolo amministrativo, legato al governo di Termoli, ma anche quello di portabandiera di una battaglia geopolitica che vede il basso Molise prepararsi alla elezione di un proprio rappresentante alla guida della Regione. Dopo una lunghissima stagione isernina, incarnata da Michele Iorio, e l’attuale fase campobassana, espressa da Paolo di Laura Frattura, l’asse della politica regionale potrebbe spostarsi proprio nel territorio bassomolisano di cui Termoli è capofila. Un’area che per infrastrutture ed economia è quella più attrezzata e fertile della regione ma che, allo stesso tempo, ha un peso politico nettamente sottostimato rispetto alle effettive potenzialità.

Riusciranno Sbrocca o Marone a risollevare le sorti di una cittadina finta anch’essa nel morso delle tarantole del potere centrale, quelle che per anni l’hanno paralizzata, mortificata e messa nell’angolo. Quel potere fatto di tarantelle regionali che spesso si è abbattuto come una condanna sulla costa e sugli uomini che là vivono, considerati spesso un serbatoio di voti e nulla più. Riusciranno Sbrocca o Marone, tarantolati dal morbo della politica, ad esorcizzare questa condanna ormai ultraventennale?

 

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